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Il segmento testuale La Terza è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Graziadei (relatore), Discorso Graziadei in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]vo !). E l'unica differenza che esiste tra noi ed i compagni della frazione comunista, riguarda la formula che deve chiarire la nuova composizione del Partito. Ma, ripetiamo qui quello che abbiamo detto dal primo giorno, e cioè che se, malgrado ogni nostra buona volontà, il sogno dell'accordo dei comunisti sinceri dovrà dileguarsi, noi non potremo mai votare che per coloro che soli possono essere riconosciuti e che sono già stati riconosciuti dalla Terza Internazionale. (Applausi).
Il problema dell'unità del Partito, e metto da parte il problema della composizione del nuovo Partito, è un problema di forza e di sostanza, e male hanno fatto quei compagni che hanno ucciso la sostanza attraverso il culto della forma. (Benissimo I).
L'unità del Partito e del movimento si pub considerare sotto due aspetti: l'aspetto internazionale e l'aspetto nazionale.
Come socialisti, cioè come internazionalisti, a noi preme piú l'unità internazionale, che non l'unità nazionale del movimento... (applausi), ed è per questo che siamo amici dell'unità del Partito[...]

[...]vimento si pub considerare sotto due aspetti: l'aspetto internazionale e l'aspetto nazionale.
Come socialisti, cioè come internazionalisti, a noi preme piú l'unità internazionale, che non l'unità nazionale del movimento... (applausi), ed è per questo che siamo amici dell'unità del Partito, ma di quella sola che sia conciliabile con l'unità internazionale. (Applausi).
Il Congresso conosce l'ultimo documento, emanazione del Comitato esecutivo della Terza Internazionale. Io mi limito a ricordare ai compagni che, secondo le nostre troppo facili previsioni, quest'ultimo documento non è che la conseguenza di tutta una serie di altri documenti che lo hanno preceduta, che alla loro volta si riattaccano alla sostanza stessa dei cardini e dei principi della Terza Internazionale.
Fino dal 28 dicembre 1920, il Comitato esecutivo della Terza Internazionale, aveva dichiarato in un pubblico documento, comparso sull'Avanti 1, che coloro che in Italia vogliono marciare con l'Internazionale comunista, debbono sostenere la frazione comunista.
Prima ancora, sul giornale Il Comunista del 21 novembre 1920, era comparsa un'altra lettera di Zinowieff, a nome del Comitato esecutivo, nella quale era detto: <c noi non riconosciamo in Italia altra frazione comunista che la vostra ».
E, finalmente, fino dai primi del novembre del 1920, con un ritardo dovuto alla necessità di alcune correzioni di forma, era comparso un documento che, in realtà,[...]

[...]l centro dicono: noi le accettiamo; ma le applicheremo quando sarà del caso, perché anche noi vogliamo l'autonomia.
Ora, anche l'Internazionale comunista ammette l'autonomia. Voi tutti conoscete . perfettamente i famosi 21 punti. Orbene, ai punti 15 e 16 si parla di autonomia; ma se ne parla in un senso che è ben diverso da quello inteso dai compagni da cui io dissento, ed a cui fa appello anche il compagno Baratono nella sua relazione. Giacché la Terza Internazionale parla di autonomia nel senso di riconoscere che, siccome ogni paese ha particolari problemi o particolari modi in cui i problemi generali si pongono, rispetto a questa particolarità l'autonomia, sotto il controllo del Comitato esecutivo, è consentita.
Per esempio, mentre la Terza Internazionale ha cercato di dare una direttiva generale intorno al problema agrario, ben si comprende che ogni paese ha la sua particolarità agraria, e che, per esempio, nel
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paese in cui predomina la piccola proprietà, si dovrà fare un programma in cui si dia piú importanza a questo aspetto agrario, che non in un paese in cui prevalga la grande proprietà.
Ma, un conto é questa autonomia, ed un conto é l'altra autonomia a cui si appellano i nostri compagni, perché essi, in realtà, in nome dell'autonomia, non vogliono applicare, e vogliono rimandare a tempo indeterminato l'applicazione d[...]

[...]la piccola proprietà, si dovrà fare un programma in cui si dia piú importanza a questo aspetto agrario, che non in un paese in cui prevalga la grande proprietà.
Ma, un conto é questa autonomia, ed un conto é l'altra autonomia a cui si appellano i nostri compagni, perché essi, in realtà, in nome dell'autonomia, non vogliono applicare, e vogliono rimandare a tempo indeterminato l'applicazione di quello che é principio essenziale e fondamentale della Terza Internazionale, di quello che é l'essenza stessa
del programma che la Terza Internazionale ha messo a base della com
posizione dei Partiti, che possono appartenere ad essa.
Questa problema é considerato dalla Terza Internazionale come un problema essenzialmente internazionale, e tale da dover avere una soluzione unica ed a tempo determinato. Non è considerato, quindi, sotto la specie dell'autonomia, e coloro che adoperano l'autonomia ad un fine diverso da quello che io accenno, sono, senza volerlo, al di fuori della Terza Internazionale. (Qualche applauso).
E i compagni che al Congresso di Halle e al Congresso di Tours, hanno combattuto le condizioni della Terza Internazionale, non l'hanno combattute a viso aperto, non hanno detto: « noi non le accettiamo »; ma hanno detto: « le accettiamo con l'autonomia », cioè rimandiamo a tempo indeterminato; e molti compagni non vedono — non intendo offendere qualcuno se qualche parola vivace mi sfuggisse, e non intendo affatto inasprire la discussione — ma molti compagni, senza accorgersene, non vedono che, invocando l'autonomia, in realtà, invocano la mancanza del rispetto alle condizioni fondamentali della III Internazionale.
Che cosa si vuole in nome dell'autonomia? Si vuole una composizione di Partiti soci[...]

[...]tempo indeterminato; e molti compagni non vedono — non intendo offendere qualcuno se qualche parola vivace mi sfuggisse, e non intendo affatto inasprire la discussione — ma molti compagni, senza accorgersene, non vedono che, invocando l'autonomia, in realtà, invocano la mancanza del rispetto alle condizioni fondamentali della III Internazionale.
Che cosa si vuole in nome dell'autonomia? Si vuole una composizione di Partiti socialisti aderenti alla Terza Internazionale, che, per la loro stessa natura, esplichino una propaganda ed un'azione contrarie, di fatto, ai principi ed alle condizioni della Terza Internazionale, ciò che la Terza Internazionale vuole evitare, in base all'esperienza della Seconda Internazionale.
Il compagno Serrati, . del quale io riconosco le grandi benemerenze rispetto al Partita durante il grave periodo della guerra, il compagno Serrati fa qualche cosa di piú: non soltanto vuole l'autonomia, l'autonomia circa il momento ed il modo dell'applicazione dei 21 punti, ma domanda anche il credito. Dice: « consentiteci questa cosiddetta autonomia, perché meritiamo il credito ».
Amici, se le organizzazioni, nazionali e internazionali, dovessero aprire la banca per il credito da fare a ciascheduno individuo[...]

[...] (Commenti). Possiamo pensare che alcuni compagni, per il loro nobile passato, affidano piú di altri; ma non possiamo di questo criterio morale e politico fare una condizione per annullare le altre condizioni. (Vive approvazioni da parte dei comunisti).
Voci: E Frossard?
GRAZIADEI: Ne parleremo.
Vi sono alcuni compagni che hanno commesso questo grande errore: di credersi furbi, e di dire: « ma possono dire e fare tutto quello che vogliono, nella Terza Internazionale ci siamo e ci resteremo ! Se il presidente non ci vuole, ricorreremo al Comitato esecutivo; se il Comitato esecutivo non ci vuole, ricorreremo al Congresso ! N.
Che non esista alcuna divergenza tra il presidente e il Comitato esecutivo, mi pare che, dopo gli ultimi documenti, sia fuori di dubbio.
Non mai alcun documento é stato emanato da Zinowieff come individuo. Ed io, che come individuo lo rispetto, mi occupo di lui soltanto nei riguardi della Terza Internazionale.
Ma, si dice: se il presidente e il Comitato esecutivo sono d'accordo, ci appelleremo al Congresso. Ma si dim[...]

[...]ci siamo e ci resteremo ! Se il presidente non ci vuole, ricorreremo al Comitato esecutivo; se il Comitato esecutivo non ci vuole, ricorreremo al Congresso ! N.
Che non esista alcuna divergenza tra il presidente e il Comitato esecutivo, mi pare che, dopo gli ultimi documenti, sia fuori di dubbio.
Non mai alcun documento é stato emanato da Zinowieff come individuo. Ed io, che come individuo lo rispetto, mi occupo di lui soltanto nei riguardi della Terza Internazionale.
Ma, si dice: se il presidente e il Comitato esecutivo sono d'accordo, ci appelleremo al Congresso. Ma si dimentica che questa, é questione non degna di un Partito politico, non degna di compagni, ed in ogni caso assolutamente infondata, se proprio. siamo costretti a fare gli avvocati nel Partito socialista, perché la tesi 19 è chiarissima, ed essa stabilisce che è condizione indispensabile tanto per i Partiti che vogliono entrare nella Terza Internazionale, quanta per quelli che vogliono rimanere nella Terza Internazionale, di decidere sulle tesi e sulle condizioni entro quat[...]

[...]rnazionale.
Ma, si dice: se il presidente e il Comitato esecutivo sono d'accordo, ci appelleremo al Congresso. Ma si dimentica che questa, é questione non degna di un Partito politico, non degna di compagni, ed in ogni caso assolutamente infondata, se proprio. siamo costretti a fare gli avvocati nel Partito socialista, perché la tesi 19 è chiarissima, ed essa stabilisce che è condizione indispensabile tanto per i Partiti che vogliono entrare nella Terza Internazionale, quanta per quelli che vogliono rimanere nella Terza Internazionale, di decidere sulle tesi e sulle condizioni entro quattro mesi dal Congresso di Mosca.
Ora, evidentemente, questa formula è per tutti i Partiti, per quelli che vogliono battere alle porte e per quelli che, dopo aver battuto, sembrano incerti sull'uscio, dell'entrata o dell'uscita.
E badate, che il punto 19, come gli altri ultimi 20 e 21, non erano stati proposti dai relatori russi: furono imposti dai compagni delle altre Nazioni, e, specialmente, dall'estrema sinistra del Partito francese...
Voci: Buoni quelli !
GRAZIADEI: ...del Partita tedesco, e del Partito italiano. (Ah,[...]

[...]o che ve ne erano anche alcuni estremi, che vi era perfino, 'non scandalizzatevi del loro contegno passato, degli uomini rispetto ai quali, in seguito al disastro che li ha fatti perire miseramente nel mare, é stato detto dalla stampa borghese che era stato il Governo dei Soviet che li aveva trucidati ! (Commenti animatissimi. Interruzioni prolungate. Rumori).
Se questo è, o compagni, se cioè il conservare l'attuale situazione ci porta fuori della Terza Internazionale, io domando ai compagni presenti: ma fra due dolori, fra due strazi, perché dobbiam noi preferire il primo? L'unità nazionale all'unità internazionale? (Qualche applau so da parte dei comunisti. Commenti animatissimi). Perché dobbiamo ,essere secessionisti sul terreno internazionale? (Commenti animatissimi).
Si è fatta ai compagni della frazione comunista l'accusa di secessionismo, ed io, a suo tempo, mi permetterò di rivolgere qualche parola anche ai compagni di quella frazione; ma oggi, di fronte al movimento internazionale, i secessionisti sono proprio quelli che accusano [...]

[...] può avere valore di efficacia se non sia appoggiato verso il grande tronco dell'organizzazione internazionale. La borghesia non è mai stata cosí fortemente centralizzata e internazionalizzata come dopo il Trattato di Versailles, e se voi non sarete soldati, liberi sí, ma fedeli, devoti e disciplinati... (Interruzioni. Rumori).
La disciplina è la piú alta forma di libertà ! (Applausi).
Se voi non sarete soldati fedeli, liberi e disciplinati della Terza Internazionale, voi annullerete il movimento d'Italia, perché in Italia, come in qualunque altro paese d'Europa, oggi il movimento non si può considerare che come il movimento di un piccolo gruppo di armati in un grande esercito potentemente accentrato contro l'accentramento borghese. (Applausi da parte dei comunisti. Commenti animatissimi).
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Ma, o compagni, la situazione del nostro Partita in rapporto alla Terza Internazionale, è tanto piú grave, perché noi siamo stati, e fino a questo momento lo siamo ancora formalmente, aderenti alla Terza Internazionale.
È stato il Congresso di Bologna del settembre dell'anno passato che ha, fra grandi applausi, approvato l'opera della Direzione del Partito che qualche mese prima ancora aveva data la sua adesione alla Terza Internazionale !
Voci: C'erano le elezioni ! (Commenti animati).
GRAZIADEI: Compagni, vi prego, se avete delle domande da rivolgermi, e degli errori da correggermi, mi fate un grande piacere ad interrompermi; in caso contrario vi prego di astenervene perché le mie condizioni di salute non sono buone.
Ora, compagni, badate, noi aderimmo alla Terza Internazionale fino dal settembre dell'anno passato; orbene, amici, la Terza Internazionale aveva già fatto il suo Congresso sino dal marzo 1919, e — io mi appello alla lealtà dei compagni che hanno letto le deliberazioni del I Congresso dell'Internazionale comunista, tenutosi a Mosca dal 2 al 6 marzo 1919 e dico loro che mi smentiscano se io affermo il contrario dal vero — io affermo che tutte le tesi del II Congresso non sono che lo sviluppo delle tesi e dei riassunti decisi già nel Prima. (Approvazioni).
Le tesi che attraversiamo un periodo storico rivoluzionario, che in questo periodo il problema prevalente è quello della conquista del potere, che il problema del[...]

[...]le tesi del II Congresso non sono che lo sviluppo delle tesi e dei riassunti decisi già nel Prima. (Approvazioni).
Le tesi che attraversiamo un periodo storico rivoluzionario, che in questo periodo il problema prevalente è quello della conquista del potere, che il problema della democrazia deve essere posto in modo clas. sista, il fatto che occorre la dittatura del proletariato, la tesi agraria sono tutte contenute nelle tesi del I Congresso della Terza Internazio nale, in forma piú sintetica, ma sono tutte là dentro.
E allora, amici miei, se il II Congresso non ha fatto altro che sviluppare le tesi del Primo, come potremo noi, per le tesi del Secondo,. tradire la nostra adesione, data dopo il Primo?
O compagni, il fatto è che nel nostro Partito si è introdotta una strana moda, a me assai antipatica, la moda del patriottismo socialista italiano... (Applausi da parte dei comunisti. Interruzioni dell'onorevole Vella).
Se il carissimo compagno Vella ha delle osservazioni da farmi, me le faccia dopo, e gli risponderò ben volentieri; per adess[...]

[...]uando io avrò finito di parlare, vorrà specificare quello che ha detto, e che io non ho ben compreso. E continuo per adesso il mio discorso.
Io, dunque, compagni, rendendo omaggio alle benemerenze del nostro Partito, io mi domando, dal punto di vista dell'amor proprio della nostra posizione nell'Internazionale, se sono migliori amici di tutto il nobile passato del nostro Partito coloro che, senza volerlo, creano una situazione che ci esclude dalla Terza Internazionale, o coloro che dicono: In nome del nostro Partito, ci siamo, restiamoci veramente ! (Bene).
Compagni, intorno alla Terza Internazionale ed al suo II Congresso si sono diffuse nel nostro Partito opinioni, o dirò meglio impressioni, e con dispiacere devo confessare perfino pettegolezzi, che io credo sia doveroso diradare.
E giacché il compagno Lazzari, con quella serietà e continuità che lo distinguono e che fanno di lui un italianotedesco...
Voci: E che volete buttar fuori del Partito ! (Commenti animatissimi).
GRAzIADEI: Non l'ho mai detto.
Giacché il compagno Lazzari ha invocato da chi ha avuto l'onore di essere stato a Mosca, una specie di relazione, io non farò la relazione, perché quello che abbiamo det[...]

[...]arò la relazione, perché quello che abbiamo detto e votato risulta dagli atti dell'adunanza tenuta con la Direzione del Partito nell'ottobre di quest'anno, ampliamente pubblicati sull'Avanti!, con grande obiettività, con grande onestà, ma mi servirò dell'invito del compagno Lazzari soltanto per dilungarmi un po' su di un'altra parte.
Si dice: ma parliamo prima delle tesi in generale, poi parleremo della tattica.
E si dice ancora: ma, in fondo, la Terza Internazionale non è che il vecchio bakunismo messo insieme con un po' di anarchismo e di sindacalismo, ma il socialismo, quello vero, quello buono, dov'è?
Ora, amici, se voi leggete con obiettività le tesi della Terza Internazionale, voi vedrete che esse sono nettamente antibakuniniane, nettamente antianarchiche, nettamente antisindacaliste Sono contro i colpi di mano avventati, sono contro ogni concetto di rivoluzione che non si inquadri nelle condizioni generali di un periodo storicamente rivoluzionario, sono per la costituzione di un Partito comunista fortissimo,
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sono per il massimo rispetto ed il massimo sviluppo dell'organizzazione sindacale. E perciò appunto nelle principali tesi della Terza Internazionale ci sono dei concetti contro l'anarchismo, contro il sindacalismo rivoluzionario vecchio st[...]

[...]e sono nettamente antibakuniniane, nettamente antianarchiche, nettamente antisindacaliste Sono contro i colpi di mano avventati, sono contro ogni concetto di rivoluzione che non si inquadri nelle condizioni generali di un periodo storicamente rivoluzionario, sono per la costituzione di un Partito comunista fortissimo,
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sono per il massimo rispetto ed il massimo sviluppo dell'organizzazione sindacale. E perciò appunto nelle principali tesi della Terza Internazionale ci sono dei concetti contro l'anarchismo, contro il sindacalismo rivoluzionario vecchio stile, alla francese, di cui abbiamo visto i risultati... (interruzioni dell'on. Matteotti. Rumori).
E giacché, o compagni, l'on. Matteotti, che parlò in modo cosí acceso al Congresso di Bologna, dice: « Ma, accettano anche gli anarchici ! », io gli rispondo subito che questa, intanto, non è questione di principio, ma di tattica, e poi, per una strana combinazione, non è cosí, perché la Terza Internazionale, in una delle sue tesi piú caratteristiche, cosí si esprime sul movimento anarchico,[...]

[...]o l'anarchismo, contro il sindacalismo rivoluzionario vecchio stile, alla francese, di cui abbiamo visto i risultati... (interruzioni dell'on. Matteotti. Rumori).
E giacché, o compagni, l'on. Matteotti, che parlò in modo cosí acceso al Congresso di Bologna, dice: « Ma, accettano anche gli anarchici ! », io gli rispondo subito che questa, intanto, non è questione di principio, ma di tattica, e poi, per una strana combinazione, non è cosí, perché la Terza Internazionale, in una delle sue tesi piú caratteristiche, cosí si esprime sul movimento anarchico, e si esprime in una forma nobilmente fraterna, comunista e socialista — e, badate — dopo aver condannato tutte le tesi dell'anarchia: « Il Congresso richiama l'attenzione di tutti i compagni, specialmente dei paesi romani (sarebbero i latini) ed anglosassoni, sul fatto che dopo la guerra fra gli anarchici del mondo intero si compie una profonda divisione di idee nella que stione dell'atteggiamento da osservarsi di fronte alla dittatura del pro letariato, ed al potere dei Soviety. In queste cond[...]

[...]ipi precisamente fra quegli elementi proletari (non parla di capi, parla di operai) che spesso sono stati spinti all'anarchismo soltanto dall'odio, completamente giustificato, contra l'opportunismo ed il riformismo dei partiti della Seconda Internazionale. (Applausi da parte dei comunisti). Per queste ragioni il Congresso crede dovere di tutti i compagni appoggiare con tutte le forze il passaggio di tutti gli elementi proletari dall'anarchismo alla Terza Internazionale ».
Non possono equivocare che coloro che parlano di argomenti che non hanno studiato ! (Applausi da parte dei comunisti). Tesi e statuto della Internazionale comunista. Milano, Società Editrice Avanti!, 1921. Prezzo L. 2.25, pagina 83, fine. (Commenti animati).
Si dice: i principi della Terza Internazionale sono antimarxisti.
Compagni, nessuna eresia piú grande di questa ! Nessuna migliore dimostrazione che in Italia il marxismo, dalla massima parte di coloro che ne parlano, deve ancora essere compreso ! (Approvazioni da parte dei comunisti).
Voci: Ma se tu l'hai sempre combattuto!
GRAZIADEI: Io ho sempre combattuto, e me ne vanto, e mantengo tutto quello che ho detto e quello che ho scritto, su questa, come sopra ogni altra questione... (000h, 000h! da parte dei socialisti)... mantengo le mie critiche alla parte economica di Carlo Marx, che è certamente
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la parte piú caduc[...]

[...]valore e del capitale? (Commenti animati).
Ora, o compagni, rileggete, anzi rileggiamo insieme, ciò che è la parte veramente vitale del marxismo politico e sociale in genere, cioè a dire il « Manifesto dei comunisti », cioè a dire la difesa della Comune di Parigi nella lotta di classe in Francia, la critica che Marx fin da allora muoveva all'insidiosità del programma democratico socialista, rileggiamo insieme quello, e allora comprenderemo come la Terza Internazionale non sia altro che la migliore riesumatrice di questa parte vitale, parte vitale che troppi socialisti in Italia ed all'estero hanno obliterato attraverso la visione storica che dipendeva esclusivamente dalle particolarità di una congiuntura sociale.
Fu nel periodo in cui la ricchezza cresceva, i capitali si accumulavano rapidamente, le classi operaie potevano ottenere notevolissimi miglioramenti, e la democrazia borghese pareva aprire le porte del potere al proletariato, fu allora che uomini di altissimo valore — che stimo e stimerò — credettero di interpretare lo spirito del [...]

[...]vece il Marx diceva che erano inevitabili. (Bene !).
Tale è stata la incomprensione storica del « Manifesto dei comunisti », che per molti compagni il riconoscere la necessità per la borghesia della sua guerra vuol dire accettare la guerra ! Sarebbe come dire che, il riconoscere quella legge storica che secondo Marx pone il capitalismo di fronte all'altra concezione economica, dovesse portare a gridare: « Viva il capitalismo 1 » (Bene).
Dunque la Terza Internazionale attraverso l'esperienza della guerra vi dá un'espressione del marxismo che è veramente quella essenziale del « Manifesto dei comunisti » non quella che fu malamente il
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prodotto di una situazione storica felice, ma, appunto perciò, in regime borghese, necessariamente transitoria.
Si dice: ma nelle tesi della Terza Internazionale c'è del volontarismo, direi quasi c'è del mussolinismo o del d'annunzianismo. (Commenti). Alcuni parlano addirittura di bergsonismo, ignorando che Lenin ha pubblicato tempo fa un'opera magistrale contro il bergsonismo.
Orbene, non è affatto vero che la Terza Internazionale metta di moda il volontarismo, quel nobile, ma romantico ed infantile rivoluzionarismo che per ragioni storiche allignò molto tempo, e sino a poco fa anche nel nostro Partito, quando troppo pochi erano coloro che lo combattevano.
La Terza Internazionale sa benissimo, e l'ho già detto prima, che le rivoluzioni non avvengono per capricci storici, non avvengono che come il portato di molte condizioni. Ma, in accordo con Marx, tra queste condizioni pone anche la volontà collettiva di una classe operaia organizzata e cosciente. (Bene !).
Chi negasse questa volontà collettiva ed il suo giusto peso, negherebbe
il socialismo, repugnerebbe la sua nobile opera. Perché organizzate gli operai? Perché, o compagni del riformismo, nei vostri migliori tempi, ed anche oggi, avete dato tanta parte di voi alle cooperative ed alle leghe?
Perc[...]

[...] con Marx, tra queste condizioni pone anche la volontà collettiva di una classe operaia organizzata e cosciente. (Bene !).
Chi negasse questa volontà collettiva ed il suo giusto peso, negherebbe
il socialismo, repugnerebbe la sua nobile opera. Perché organizzate gli operai? Perché, o compagni del riformismo, nei vostri migliori tempi, ed anche oggi, avete dato tanta parte di voi alle cooperative ed alle leghe?
Perché voi stessi, che accusate la Terza Internazionale di volontarismo, credete alla volontà della potente organizzazione !
Questa è l'unica forma di volontarismo della Terza Internazionale, ed è sana, è marxista, e senza di essa tutti potremmo chiudere bottega. (Interruzioni. Rumori).
Non raccoglierò mai le miserie personali, da alcuna parte ! (Bene !).
Ma un concetto essenziale della Terza Internazionale è che noi viviamo in un periodo storico rivoluzionario, prodotto dalla guerra, e che in questo periodo non ci sono che due vie da scegliere: una è quella di chi vuole disarmare gli animi, di chi ritiene che bisogna lasciare che la borghesia rimetta in pristino la sua compagine politica ed economica, di chi ritiene che la conquista del potere politico non è possibile che in un periodo successivo ed ancora molto lontano; l'altra quella di chi ritiene che appunto perché attraversiamo un periodo storico rivoluzionario, gli animi non debbano essere disarmati, ma armati con coscienza[...]

[...]r fiaccarsi domani di
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nuovo e portarci domani di nuovo ad una inevitabile e necessaria guerra sua. (Applausi da parte dei comunisti).
Una voce: Ma se tu eri favorevole alla guerra !
GRAZIADEI: Al compagno che m'interrompe, per fatto personale, gli dico che gli faccio obbligo di portare quanto dice qui alla tribuna, solo allora gli risponderò. (Commenti animati).
Ora se questa è una delle condizioni contenute nelle tesi e nello spirito della Terza Internazionale, e cioè che noi viviamo, non per volontarismo dei singoli, ma per leggi storiche immanenti, in un periodo rivoluzionario, e che da questo periodo dobbiamo trarre le conseguenze logiche, ne segue anche, ed ecco un altro punto fondamentale della Terza Internazionale che molti compagni non hanno capita, che precisamente perché il periodo storico rivoluzionario esiste, in esso e per esso il problema preminente diventa la conquista del potere politico.
Modestamente io ho detto a Bologna, lo ripeto oggi, che se vivessimo in un periodo storico come quello anteriore in cui la ricchezza, sia pure attraverso l'ingranaggio borghese, si accresceva sensibilmente e la classe operaia poteva ottenere grandi vantaggi materiali ed anche morali, certamente ragionerei in un altro modo, cioè come ragionavo allora, perché ho sempre pensato che i periodi stor[...]

[...]riato contro la borghesia, per l'ultima volta, e nello stesso tempo costruire un'altra economia che non sia piú quella capitalista, ma che sia, per l'accresciuta coscienza politica e sociale del proletariato, l'economia del comunismo graduale. Dico del comunismo graduale, perché coloro che non hanno mai letto niente di Lenin, dicono che Lenin voleva fare il comunismo in un solo giorno ! (Applausi da parte dei comunisti).
E un altro principio della Terza Internazionale è proprio questo principio profondamente marxista e la cui discussione ha nella storia del socialismo russo e nella storia del socialismo tedesco pagine di cultura ammirabili, che sarebbe bene che venissero da noi studiate — che
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la Terza Internazionale sostiene che in linea generale e in linea particolare non tutte le categorie o le sottoclassi della classe operaia e del, proletariato sono ugualmente atte all'attacco contro la rocca del potere politico, e che perciò vi è anche qui una graduatoria di valori, e mentre il proletariato industriale deve fare ogni sforzo per attrarre verso di sé la grande massa dei lavoratori delle altre categorie: piccoli industriali, artigiani e contadini, tutte queste categorie vanno considerate con criteri tecnici specializzati, ed è utile di consentire ad esse solo quello che si può dare, e nu[...]

[...] tempo al Congresso, ma su cui mi riservo di domandare la parola se altri ne parlerà — la tesi agraria non è che la conseguenza di questo principia marxista, che i contadini non possono essere all'avanguardia del movimento per la conquista del potere politico, ed é appunto per questo che essi vanno neutralizzati e va ad essi garantito quel minimo di condizioni che coincide con l'impossibilità di fare subito di meglio. (Commenti animatissimi).
E la Terza Internazionale, appunto perché non é romantica, appunto perché non crede alle concezioni infantili che per tanto tempo allignarono in certe regioni del nostro Paese e nel nostro stesso Partito, la Terza Internazionale pone tra le sue tesi che vi accenno appena, perché il luogo non è adatto a questa esposizione fatta in forma troppo prolissa, la Terza Internazionale pone in modo preciso e reciso il problema della conquista anche delle forze militari attraverso i suoi organi specifici: la marina e l'esercito.
Perché, o compagni, la Terza Internazionale, e questo va riconosciuto contro le illusioni di tanti nostri compagni dell'Italia e dell'estero, la Terza Internazionale non è socialpacifista, perché se lo fosse non sarebbe piú la Terza Internazionale (bene!), ma la Terza Internazionale riconosce con dolore che l'ultima parola è alle armi, ed essa la vuole pronunziare non già con le vecchie congiure alla Madama Angot, ma con mezzi tecnici seri, con quei mezzi tecnici seri che hanno dato in altri paesi prove grandiose della loro efficacia
E la Terza Internazionale ha il concetto che tutti i mezzi sono buoni, perché, o compagni, se c'è una organizzazione che sia quanto piú possibile eclettica e generosa, questa è precisamente la Terza Internazionale. Leggete le tesi: vuole la forma della lotta legale e la forma. della lotta illegale, vuole le leghe, vuole le cooperative, vuole ogni forma di lotta, perché tutti i mezzi sono buoni, purché adoperati ad ua
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unico fine, con una continuata organicità di mezzi, di propositi e di scopi.
Ma la Terza Internazionale ha detto una parola che pareva nuova a chi non ha compreso il «Manifesto dei comunisti »: ha detto una parola nuova rispetto alla questione della democrazia.
Basterebbe questa tesi per far perdere al Congresso un'intiera seduta, e mi guardo bene dall'andare a fondo, ma dico che ha della democrazia un concetto marxista che rappresenta un grande progresso di fronte alle concezioni vaghe e generiche che si avevano prima.
La democrazia, come tutte le forme della vita, va considerata in rapporta alle classi: c'è una democrazia borghese, come c'è una democrazia del proletariato, e [...]

[...]i uomini liberi che lavorano come gli altri, e che siano i tecnici, non gli sfruttatori. (Benissimo !).
Non si vuole negare il principio della democrazia, ma le si vuole dare un concetto classista, affinché la classe operaia non cada vittima di questa parola vuota, di questo sacco senza fondo, ed in nome della democrazia non lasci alla borghesia la possibilità di tornare alla contra reazione e di schiacciarla nuovamente.
Ed appunto per questa, la Terza Internazionale assume il concetto della dittatura del proletariato. Perché, cosa è la dittatura del proletariato? Una sola cosa: la negazione della democrazia contro la borghesia, finché questa resta tale e tenta di riconquistare il potere politico, tenuto dalla classe operaia, con la forza e per forza; dico subito che si intende conoscenza, capacità, mezzi tecnici ed anche materiali; dunque la dittatura del proletariato è la negazione transitoria, in senso storico e classista, della democrazia per gli altri, finché sono i nemici, ma cessato questo passaggio storico evidentemente la democrazi[...]

[...]negazione transitoria, in senso storico e classista, della democrazia per gli altri, finché sono i nemici, ma cessato questo passaggio storico evidentemente la democrazia tornerà per tutti quanti, anche per i borghesi, perché ci potranno anche essere dei borghesi, ma non vi potranno piú essere come classe, perché il proletariato avrà assorbito tutte le classi, e solo allora la democrazia sarà possibile per tutti.
E d'altra parte, appunto perché la Terza Internazionale ha un con
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tetto ben chiaro di che cosa è la democrazia sul terreno dei rapporti interni, la Terza Internazionale vi dice che anche sul terreno internazionale la cosidetta democrazia borghese per i popoli, è una pura fantasia: non c'è democrazia nel Trattato di Versailles, come non c'era nel Trattato di Brest Litowski.
Vi sono alcune grandi nazioni ed alcuni grandi capitalismi che schiacciano in nome del capitalismo tutti gli altri, sia nei paesi piú piccoli come nelle colonie. Ebbene, di fronte a questo fatto storico, che il capitalismo è stato accresciuto dalla guerra, appunto per questo la Terza Internazionale dice: come sul terreno interno nego la democrazia borghese, perché voglio qu[...]

[...]rnazionale la cosidetta democrazia borghese per i popoli, è una pura fantasia: non c'è democrazia nel Trattato di Versailles, come non c'era nel Trattato di Brest Litowski.
Vi sono alcune grandi nazioni ed alcuni grandi capitalismi che schiacciano in nome del capitalismo tutti gli altri, sia nei paesi piú piccoli come nelle colonie. Ebbene, di fronte a questo fatto storico, che il capitalismo è stato accresciuto dalla guerra, appunto per questo la Terza Internazionale dice: come sul terreno interno nego la democrazia borghese, perché voglio quella del proletariato, cosí nel campo internazionale nego la democrazia delle nazioni e dico che alcune nazioni sono sfruttate, le colonie piú di altri paesi, ed a queste tendo la mano, perché la lotta del socialismo è contro il capitalismo, cioè la lotta contro l'apparente e falsa democrazia borghese internazionale. (Bene !).
E su questo terreno nasce la tesi sulle questioni coloniali e nazionali, che non voglio discutere ora, ma che mi riserbo di discutere, se altri ne parlerà.
Ed infine, se questi [...]

[...] nazioni e dico che alcune nazioni sono sfruttate, le colonie piú di altri paesi, ed a queste tendo la mano, perché la lotta del socialismo è contro il capitalismo, cioè la lotta contro l'apparente e falsa democrazia borghese internazionale. (Bene !).
E su questo terreno nasce la tesi sulle questioni coloniali e nazionali, che non voglio discutere ora, ma che mi riserbo di discutere, se altri ne parlerà.
Ed infine, se questi sono i concetti della Terza Internazionale, concetti completamente marxistici, ecco perché è nello spirito stesso, nell'animo stesso, nella necessità stessa della Terza Internazionale, la lotta, non contro gli uomini — è un'assurda interpretazione del punto 7° —ma contra la concezione riformista socialdemocratica, socialpacifista.
Perché lo è? Ma, amici miei, io ho avuto occasione, non ho fatto che il mio dovere di studioso, sia verso i compagni russi che verso quelli della sinistra tedesca, di rompere le scatole a molti compagni, russi specialmente, per comprendere intieramente il loro punto di vista.
Orbene, essi sono i primi a riconoscere, e d'altra parte se non lo riconoscessero loro lo riconosceremmo noi, che nell'Europa occidentale e centrale non vi [...]

[...]vanno condannate.
Perché? Precisamente perché, come abbiamo visto, senza volontarismo, ma in nome della volontà collettiva, è necessaria in ogni paese la costituzione di un Partita comunista omogeneo, compatto, che agisca come un esercito ben guidato, tutto inteso alla conquista la piú rapida possibile, nei limiti del possibile, del potere politico; ora come avrete voi questa omogeneità, questa consapevolezza, questa forza, quando volete — dice la Terza Internazionale, e spiego il suo pensiero — nel medesimo Partita coloro che dicono che bisogna approfittare delle circostanze e coloro che dicono che le circostanze vanno lasciate alla borghesia per essere risolte? Tra coloro che dicono di armare gli animi e coloro che dicono di disarmarli? Tra coloro che vogliono la preparazione militare e quelli che vi rinunziano, tra coloro che vogliono conquistare il potere politico al piú presto possibile e gli altri che credono che il marxismo sia una cosa meccanica che deve attendere che il capitalismo abbia dato luogo a tutte le sue leggi di accumulazi[...]

[...]he vogliono la preparazione militare e quelli che vi rinunziano, tra coloro che vogliono conquistare il potere politico al piú presto possibile e gli altri che credono che il marxismo sia una cosa meccanica che deve attendere che il capitalismo abbia dato luogo a tutte le sue leggi di accumulazione, per poi tra venti, trenta, quaranta anni andare alla conquista del potere politico?
Tra queste due concezioni esiste un abisso, ed è appunto perché la Terza Internazionale lo sa, attraverso l'esperienza di quattro rivoluzioni, che dice: dovete scegliere, o da una parte, o dall'altra ! (Commenti animatissimi e prolungati).
Io vi ho esposto, molto sommariamente, abusando forse anche un po' della vostra pazienza, quelli che sono, secondo me, i caratteri tipici dei principi e delle tesi fondamentali della Terza Internazionale, ma la colpa, se ho parlato a lungo, è anche del carissimo compagno Lazzari.
Ma contro la Terza Internazionale, oltre ad una serie di critiche, dire) cosí, dottrinali e teoriche, se dottrina e teoria si può chiamare quella dei suoi contraddittori, si sono fatte molte critiche anche ai suoi metodi.
Le tesi, va bene, sono in un volumetto venuto fuori da pochi giorni, in Italia. In Italia là gente che vuol leggere non è troppa, ma sono precisamente i procedimenti della Terza Internazionale quelli che sono aggetto della critica piú aspra, ma anche, secondo me, piú banale.
Io, appunto perché siamo liberi, liberi e disciplinati, disciplinati perché liberi, e liberi perché disciplinati, io mi guarderei bene dal dire che la Terza Internazionale è l'ultima parola dell'umana saggezza. Chi sa mai quanti errori la Terza Internazionale ha detto e fatto che noi non possiamo vedere oggi, ma che vedranno i nostri lontani nepoti;
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allo stesso modo che i socialisti di venti anni fa non potevano concepire a cosa sarebbero arrivate le loro promesse, noi non possiamo ora comprendere gli errori che la Terza Internazionale fa e farà.
La Terza Internazionale è tutt'altro che un'organizzazione perfetta: vi sono istruzioni, vi sono metodi che possono anche urtare qualche suscettibilità, lo comprendo, ma, amici, stiamo al disopra di questi piccdli errori, stiamo al disopra di queste piccole cose, e guardiamo nelle sue linee generali il metodo della Terza Internazionale. Ha dato esso dei risultati al proletariato mondiale ed alla rivoluzione? E voi dovete rispondere che li ha dati come nessun'altra organizzazione mai li ha dati. Perché?
Ma, amici miei, si dice: « Nella Terza Internazionale i russi hanno un'influenza eccessiva ». Ebbene, amici, non ho nulla in contraria a dichiarare che questo in astratto é vero, ma in pratica, lo stesso Serrati lo faceva capire a me, che non lo avevo ancora capito, in pratica dove volete che la Terza Internazionale risieda se non nella Russia gloriosa dei Soviety e della rivoluzione? (Applausi). Vorreste forse portare la sede della Terza Internazionale là dove le borghesie le impedirebbero assolutamente di operare e di agire?
È la necessità storica che obbliga i russi di avere una preponderanza astrattamente eccessiva nell'Esecutivo a Mosca, ma praticamente è solo là che la Terza Internazionale può trovare il terreno adatto per agire liberamente, è solo là che può trovare i suoi uomini.
Voci: D'accordo tutti !
GRAZIADEI: E d'altronde, permettetemi una modesta osservazione_ Ho fatto sempre il pericolosissimo mestiere del professore e sono uomo abituato alla critica, ma non credo di essere un cultore dell'incensamento delle persone se vi dico che, modesto studioso, mi sono sentito un pigmeo di fronte a coloro che dirigono la rivoluzione russa ! (Applausi vivissimi).
Voci: E chi lo ha mai negato?
GRAZIADEI: Ed è appunto perché mi sono sentito un pigmeo che mi sono de[...]

[...]ore dell'incensamento delle persone se vi dico che, modesto studioso, mi sono sentito un pigmeo di fronte a coloro che dirigono la rivoluzione russa ! (Applausi vivissimi).
Voci: E chi lo ha mai negato?
GRAZIADEI: Ed è appunto perché mi sono sentito un pigmeo che mi sono detto: se qualche forma è un po' rude, se qualche influenza è un po' eccessiva, hanno fatto tanto e fanno tanto che solo quando noi saremo capaci di altrettanto parleremo dove la Terza Internazionale possa risiedere. Non ora. (Applausi).
D'altronde, pur riconoscendo questa influenza, dico che questa influenza è stata relativamente — bisogna essere sempre sinceri — relativamente attenuata, perché nel Comitato esecutivo ci sono 5 russi e 16
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compagni di altre Nazioni con voto consultivo, e questi compagni crescono ancora di numero.
Un'altra accusa è questa: ma... la Terza Internazionale non ha trattato bene, non tratta bene i socialisti italiani ! Noi abbiamo fatto tanto per la Terza Internazionale e per la difesa della Repubblica dei Soviety, e sembra quasi che ci ripaghino con dell'ingratitudine !
Compagni, io non credo che la Terza Internazionale, nelle sue linee generali, abbia mancato mai di riguardo ai compagni, e quella che sembra mancanza di riguardi é un metodo che essi seguono per noi, come per i tedeschi, come per tutti.
Voci: Non è vero ! Anche coi francesi?
GRAZIADEI: Per tutti, e lo dimostrerò. (Commenti animatissimi).
Si dice: ma, è il tono ! Ripeto, se facciamo una questione di pura forma, riconosco che gli uomini della rivoluzione non possono mai essere troppo rispettosi delle forme, e non mi pare che la gloriosa rivoluzione di Francia, tanto ammirata nelle nostre scuole, fosse una cultrice eccessiva de[...]

[...]posso dirvi che ci hanno accolti come i migliori amici, ci hanno accolti cosí bene che avveniva questo fenomeno, poco riguardoso verso gli altri compagni: che quando ad un comizio, od anche ad un'adunanza solenne come quella dei Soviety di Pietrogrado o di Mosca, prendevamo parte noi, ci applaudivano fino al delirio, mentre i compagni degli altri paesi erano trattati con una freddezza che poteva sembrare anche eccessiva.
E nella prima seduta della Terza Internazionale, quando si costituf di fatto il Comitato esecutivo, all'Italia venne data nel Comitato esecutivo una rappresentanza con voto deliberativo, come ai principali paesi socialisti d'Europa e del mondo. (Commenti animatissimi. Interruzioni).
Avrebbero fatto male a non farlo; ma poiché lo hanno fatto, l'accusa é infondata.
E, d'altra parte, compagni, permettetemi l'osservazione; la stima personale o la stima collettiva, cioè a dire la stima che . ha un socialista in confronto di un altro, o un Partito socialista in confronto di un altro, certo ha il suo valore, e noi abbiamo il diri[...]

[...]o l'altro; ma tutti e due, malgrado la diversa stima vengono assoggettati ai medesimi statuti, ai medesimi regolamenti, alle medesime leggi.
Perché, dunque, la pretesa strana di volere un trattamento di eccezione per i nostri meriti, che furono riconosciuti?
Ma volete una prova che quei compagni non si lasciano ingannare facilmente? E giacché si parla sempre di socialisti francesi — per i quali non ho alcuna tenerezza — vi faccio osservare che la Terza Internazionale se ha fatto quello che era il suo dovere, cioè di cercare di attirare — e c'è riuscita, e ne dobbiamo essere lieti come di un primo passo — se ha fatto di tutto per attirare alla Terza Internazionale la parte piú sana, o meno malsana, del socialismo francese... (Oooh, 000h ! Commenti animatissimi)..., se lo ha fatto nell'interesse del movimento mondiale rivoluzionario... (Oooh, 000h ! Commenti animatissimi. Interruzioni da molte parti. Rumori vivissimi e prolungati)..., sapete, però, che cosa pensano i compagni russi dei socialisti francesi? (Interruzioni da varie parti).
Nel n. 12 della Terza Internazionale comunista coloro che operavano per l'epurazione del Partita socialista francese e per l'ingresso della sua parte sinistra nella Terza Internazionale, scrivevano queste parole. Eravamo alla vigilia del Congresso di Mosca, perché il n. 12 dell'Internazionale comunista è stato pubblicato prima della inaugurazione del Congresso di Mosca... (Interruzioni). È stato pubblicato fra Pietrogrado e Mosca, e, siccome i lavori del Congresso vero e proprio sono stati iniziati a Mosca, le prime copie erano state già distribuite ai congressisti, e me ne appello ai compagni che erano là presenti.
È vero che il Partito socialista non ha voluto ascoltare che un solo uomo, eminente e degno del massimo rispetto; ma ha fatto male.
« L'eventual[...]

[...]Interruzioni). È stato pubblicato fra Pietrogrado e Mosca, e, siccome i lavori del Congresso vero e proprio sono stati iniziati a Mosca, le prime copie erano state già distribuite ai congressisti, e me ne appello ai compagni che erano là presenti.
È vero che il Partito socialista non ha voluto ascoltare che un solo uomo, eminente e degno del massimo rispetto; ma ha fatto male.
« L'eventuale futura affiliazione del Partito socialista francese alla Terza Internazionale, affiliazione impossibile se non saranno escluse le correnti Rénaudel e Longuet, presenta, ciò malgrado, piú difficoltà e piú pericoli che quella stessa degli indipendenti tedeschi D.
Queste parole sono di Trotzki. Non si ingannano quegli uomini, e andiamo tutti a scuola da loro ! (Qualche applauso da parte dei comunisti).
Si dice: noi fummo contrari alla guerra. E, quindi, siamo il Partito socialista migliore in confronto di quel periodo drammatico, e, quindi, abbiamo speciali benemerenze che vanno tenute in conto.
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Ripeto, nessuno, in un'organizzazione collettiva, pub c[...]

[...].. (Applausi da parte dei comunisti. Interruzioni dell'on. Lazzari).
« ...queste circostanze — studiamole queste parole, perché se fossero mie le potreste anche fischiare, ma sono di Trotzki ed abbiamo tutti da impararvi qualche cosa — (applausi da parte dei comunisti. Commenti animati. Interruzioni), queste circostanze permisero al Partito socialista italiano di rifiutare, senza una crisi interna profonda, i crediti al Governo. Ma, entrando nella Terza Internazionale, il Partito socialista italiano non si è, in alcun modo, liberato dal kautskismo ».
Ora, amici miei, voi comprenderete subito dove vi voglio portare
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con la riflessione, la quale non si dovrebbe mai discompagnare dal sentimento.
Ma oggi il problema non è piú quello di sapere, importantissimo agli effetti del giudizio sulla serietà dei Partiti e degli uomini; ma oggi, precisamente, il problema non è piú di sapere se dobbiamo dare e non dare un credito per la guerra che, in parte, è spenta; il problema è un altro, pur riservando una diversa graduatoria di giudizio di chi tr[...]

[...]adí in condizioni particolarmente difficili e di chi non tradí in condizioni piú facili, ma sempre pieno di enormi asperità; adesso è un altro il problema, non è dell'ante guerra, è del dopo guerra, e il dissenso è nel modo con cui adoperare la situazione storicamente rivoluzionaria creatasi in seguito alla guerra, dopo la guerra.
Come la borghesia ha il suo dopo guerra, cosí anche il proletariato ha il suo dopo guerra, ed è di questo che parla la Terza Internazionale. (Applausi).
Se, quindi, i nostri meriti in rapporto al periodo anteriore alla guerra sono grandi, e ci gloriamo di rivendicarli, per quanto alcuni errori storici vennero commessi nella valutazione della lotta borghese, se tutto ciò è un retaggio nobilissimo nostro, oggi non si parla piú di questo, per quanta debba avere grande valore nella serietà dei socialisti italiani; oggi si tratta di domandare loro: ma per il dopo guerra, che cosa intendete di fare? Facilitare la sistemazione della borghesia, o cercare di andare al piú presto possibile al potere contro di essa?
Armare [...]

[...]adere nella illusione che altre guerre sono impossibili, o dire che quella che è appena cessata cova ancora sotto le ceneri, e che un'altra piú grave e piú profonda avverrà? (Applausi da parte dei comunisti).
E ne volete una prova che il problema è del dopo guerra? La prova, amici miei, io l'ho fatta attraverso un piccolo errore personale, perché soltanto sbagliando s'impara... (Commenti ironici da parte dei socialisti).
Non mi avete capito !
La Terza Internazionale in Francia ha mosso una guerra tenace ed implacabile contro Longuet, cioè proprio contro uno dei socialisti che in Francia furono meno patriottardi e guerrafondai, ma perché? Perché il problema della Terza Internazionale non è di sapere se Longuet fu piú o meno chauvin di altri compagni, tra cui Cachin; il problema è un altro, e cioè la Terza Internazionale combatte Longuet, per
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ché è caduto nell'illusione democraticopiccolo borghese di Wilson e della Lega delle Nazioni ! (Benissimo I).
Non è, dunque, caratteristico questo fatto, che la Terza Internazionale combatta Longuet con una asprezza incredibile, tanto che, aven do avuto l'onore una volta di andare a Parigi per conto del Partito socialista, ed essendo stato invitato a colazione dal compagno Faure, che era amicissimo di Serrati, mi accorsi, e non lo sapevo, che Lenin proprio in quei giorni aveva scritto una lettera formidabile contra Longuet, amico politico e compagno del Populaire con Faure? Ma ne appresi le ragioni in seguito, quando mi misero fra le mani gli scritti ed i discorsi di Longuet sul problema della Lega delle Nazioni, e compresi allora quello che non avevo capi[...]

[...]aure, che era amicissimo di Serrati, mi accorsi, e non lo sapevo, che Lenin proprio in quei giorni aveva scritto una lettera formidabile contra Longuet, amico politico e compagno del Populaire con Faure? Ma ne appresi le ragioni in seguito, quando mi misero fra le mani gli scritti ed i discorsi di Longuet sul problema della Lega delle Nazioni, e compresi allora quello che non avevo capito prima, e cioè che la lotta contro Longuet era condotta dalla Terza Internazionale, indipendentemente dal suo atteggiamento per la guerra, perché per la Terza Internazionale il problema della guerra passata è superato, e c'è il grande problema del come sfruttarne per la rivoluzione le conseguenze, ed evitare, per quanto è possibile, un'altra guerra borghese che avverrà fatalmente tra pochi anni, piú terribile, e piú sanguinosa della precedente. (O000h, 0000h! Commenti animatissimi).
Si dice: la Terza Internazionale ha per noi, in rapporto a noi, contro di noi, delle informazioni errate.
Posso essere obbiettivo, anche perché, sulla mia parola, non ho mai dato e non darò mai informazioni a nessuno di nessuno.
Ma, intendiamoci bene, data l'enorme distanza tra noi e Mosca, date le difficoltà delle comunicazioni, dati altri inconvenienti, che io lealmente sono disposto ad ammettere nella maniera piú larga, è naturale che qualche impressione errata, non completamente esatta, è naturale che qualche errore sopra singoli individui, possa essere capitato.
Ma, compagni, giudichiamo noi la rivoluz[...]

[...]le che qualche errore sopra singoli individui, possa essere capitato.
Ma, compagni, giudichiamo noi la rivoluzione russa attraverso i giornali borghesi ed attraverso le relazioni dei commendatori... (applausi vivissimi), o crediamo, perbacco !, qualche errore potranno farlo anche i compagni russi? (Commenti animatissimi).
Qualche errare di informazione, dunque, io non escludo che possa essere avvenuto; ma credete proprio che l'atteggiamento della Terza Internazionale, che è uguale in tutto il mondo, dipenda da particolari informazioni sopra questo o quell'uomo secondario del Partito socialista italiano?
Ma, amici miei, al di sopra di piccoli errori, la rivoluzione russa ha una fonte di informazioni che è formidabile, che purtroppo non sbaglia, e che noi non siamo ancora in condizioni di comprendere. La
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fonte fondamentale delle informazioni della Terza Internazionale, la fonte della sua linea di condotta, sono l'esperienza di quattro rivoluzioni ! La rivoluzione russa, la rivoluzione ungherese, la rivoluzione germanica e la rivoluzione austriaca. Ecco le fonti formidabili delle informazioni della Terza Internazionale ! E, attraverso quella tragica , esperienza che si è fatta là, essa può vedere completamente quali sono le conseguenze ultime di premesse che da noi sembrano ancora innocue e prettamente socialiste. (Bene !).
E poi, amici, che ci possano essere delle informazioni errate, non lo nego; ma gli scritti sono scritti. Ora, date ad un uomo come Lenin, come Trotzki, o come il compagno Levy, e quegli altri che parleranno, ben piú degni di me e di noi, da questa tribuna, date a quegli uomini che hanno una cultura di cui non abbiamo alcun concetto, che hanno una esperienza di cui non abb[...]

[...]una esperienza di cui non abbiamo idea, date a loro un articola di un omuncolo come il signor Graziadei, di un uomo di valore come Turati, ed essi vi vedranno ciò che noi non sappiamo ancora vederci ! (Benissimo! da parte dei comunisti). Perché essi hanno un'esperienza rivoluzionaria che permette loro di dire che si comincia in questo modo; ma si finisce in quell'altro, per necessità di cose ! (Applausi da partedei comunisti).
Si dice anche: ma la Terza Internazionale, in sostanza, è un agente indiretto del Governo russo, e il Governo russo ci vuol far fare la rivoluzione al piú presto possibile per metterci nell'acqua ed alleggerire il suo peso.
Amici, quando sopra un popolo intiero pesano i sacrifici e si impongono gli eroismi che pesano e si impongono ai lavoratori russi, quando tanta somma tragica di responsabilità grava sopra un periodo storico appena iniziato, coloro che ne sono i piú alti rappresentanti possono essere inconsciamente qualche volta trascinati a . pregare i compagni degli altri paesi ad affrettare i loro passi; ma non è[...]

[...] possono essere inconsciamente qualche volta trascinati a . pregare i compagni degli altri paesi ad affrettare i loro passi; ma non è questa una speranza giusta, non è questo un desiderio onesto, non è questa una necessità, quasi, se si vuole salvare un popolo che da tanto tempo soffre, e una necessità non per sé, ma per noi stessi? (Applausi vivissimi).
Ma amici miei, se qualche eccessiva speranza può essere stata concepita in qualche senso dalla Terza Internazionale, se qualche stimolo prematuro può essere giunto qua e là, ma guardate alle linee generali, e voi resterete ammirati nel riconoscere che nel concetto dei guidatori dello Stato russo non è lo Stato russo quello che si serve come suo strumento della Terza Internazionale; ma è lo Stato russo che da loro vie
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ne considerato come strumento della rivoluzione, e, quindi, come agente della Terza Internazionale. (Benissimo !).
Per la loro coscienza rivoluzionaria non è vero il rapporto che alcuni hanno stabilito, perché è proprio vero il rapporto inverso.
E poi, guardate il fondo della tesi della Terza Internazionale; guardate alla sostanza ed alla lettera, bene interpretate, delle deliberazioni del Comitato esecutivo, e voi vedrete che l'accusa è, in massima parte, ingiusta.
Ho qui dinanzi le tesi della Terza Internazionale, ed in esse, relativamente ai compiti del Partito comunista, è detto: « Il momento attuale nello sviluppo del movimento internazionale comunista si distingue pel fatto che la preparazione del proletariato per l'attuazione della sua dittatura nella stragrande maggioranza dei paesi capitalistici non é ancora finita, e molto spesso anzi non è ancora sistematicamente nemmeno cominciata ». E poi: « Per i Partiti comunisti il compito del momenta non consiste nel provocare (amici romagnoli, voi che siete stati per tanto tempo dei romantici, non diventate oggi zitellone !) la rivoluzio[...]

[...]izialmente rivoluzionarie per poi troppo rapidamente ritrarne il piede. (Commenti animatissimi).
Voci da parte dei comunisti: D'Aragona, D'Aragona !
GRAZIADEI: C'è poi la questione della Massoneria. (Commenti animatissimi).
Amici, permettetemi un'osservazione che non vuole essere cattiva, sul mio onore, ma che è proprio strappata dalla necessità polemica. Io non sono stato massone, mai, ma notoriamente fra i compagni che oggi attaccano di piú la Terza Internazionale vi sono moltissimi ex massoni. (Applausi da parte dei comunisti. Interruzioni. Commenti animatissimi).
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Vi potrei anche dire che abbiamo sorpreso alcune riunioni in Romagna. Non fatemi parlare di piú ! (Commenti animatissimi).
Ora, amici miei, intendiamoci bene. Un conto è il problema della Massoneria rispetto al Partito socialista francese, ed un conto è rispetto alla Terza Internazionale. E mi spiego.
Si dice che anche nel Partito socialista francese, oggi aderente nella parte sinistra alla Terza Internazionale, vi sono parecchi massoni.
Orbene, io temo fortemente che ci() sia vero. Credo che ci() sia un grande pericolo, e spero che i compagni italiani, restando liberi e disciplinati soldati della Terza Internazionale riaffacceranno nel prossimo Congresso la questione contro i francesi. (Applausi). Ma dobbiamo evitare di scendere al pettegolezzo... (Interruzioni dell'on. Baldini).
Caro Baldini, non farmi parlare sulla Massoneria !... (Commenti animati).
Ma, compagni, rispetto alla Terza Internazionale si è diffusa nel Partito questa leggenda offensiva, secondo me, ingiusta, del resto, e me ne appello agli altri compagni che erano con me a Mosca, perché nel giudizio dei fatti siamo tutti, anche qui, concordi, per() discordi, certamente contro il compagno Serrati, non come persona, ma per le sue affermazioni, secondo noi non esatte.
Dunque dicevo che rispetto alle condizioni dell'appartenenza alla Terza Internazionale, le cose al Congresso sono andate cosí. Parecchi di noi, specialmente italiani, e specialmente dell'estrema sinistra francese, anche Rosberg ed altri, abbiamo detto ai compagni del Comitato provvisorio del Congresso che a noi la questione della Massoneria premeva in particolare modo, ed essi ci hanno detto: <c È una questione che noi sentiamo, perché nei paesi slavi e tedeschi la Massoneria non è un ente politico, ma giacché ci dite, e lo crediamo certamente, che a voi preme, proponete al Congresso qualunque misura. Figuratevi ! La voteremo per i primi ! ».
Ma mentre si discut[...]

[...]ranno ampiamente pubblicati, risulta che la risoluzione contro la Massoneria, proceduralmente cosí male impostata, è stata approvata alla unanimità. (Interruzioni. Commenti animati).
SERRATI: E allora perché vengono nell'Internazionale i francesi? (Scambio di apostrofi tra il gruppo dei comunisti e Serrati. Rumori vivissimi).
GRAZIADEI: Perché, ora come ora, la situazione è questa: che il Partito socialista francese ha deliberato di entrare nella Terza Internazionale; ma naturalmente non c'è ancora entrato, perché bisogna essere in due a deliberare: il Partito, e la Terza Internazionale, e la Terza Internazionale la sua ultima parola non l'ha ancora detta ! (Approvazioni da parte dei comunisti).
SERRATI: Sí, vi è il patto con Rénould ad Halle !
GRAZIADEI: Quello non riguarda la Massoneria !
SERRATI: Ma è un fatto reale ! (Commenti animatissimi).
MONDOLFI, presidente: Invito il compagno Serrati a non interrrompere. La polemica si fa dalla tribuna. Compagno Graziadei, prosegui senza raccogliere le interruzioni.
GRAZIADEI: La situazione rimane questa: che nei verbali del Congresso risulta che l'infelice, come forma, mozione Serrati, con modificazioni, non abbastanza accettate, dal pun[...]

[...]za raccogliere le interruzioni.
GRAZIADEI: La situazione rimane questa: che nei verbali del Congresso risulta che l'infelice, come forma, mozione Serrati, con modificazioni, non abbastanza accettate, dal punto di vista procedurale, Graziadei, è stata votata all'unanimità: risulta che il Congresso dei socialisti francesi si è ben guardato dal discutere la questione della Masso
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neria: ma risulta anche che quel Partito non è ancora entrato nella Terza Internazionale, perché non risulta nessuna deliberazione in proposito del Comitato esecutivo della Terza Internazionale.
E veniamo ad un altro punto che mi permetterà di rispondere a Serrati su un appunto dei piú singolari.
Il compagno Serrati — cito il tuo nome, ma non intendo fare una polemica contro la tua persona, cito le tue opinioni, perché hanno valore, perché vengono dal direttore dell'Avanti .! — nell'Avanti ! ha molte volte sostenuto che la Terza Internazionale fa ai Partiti degli altri paesi condizioni di eccezione e di favore in confronto di noi. Con noi, i migliori dei suoi amici, la Terza Internazionale é cattiva, con i reprobi é piena di larghezze, piena di concessioni.
Compagni, nulla, nulla é piú inesatto di questo, e ve lo provo. Voci: E falso ! (Interruzioni. Rumori).
GRAZIADEI: Anche nel suo articolo del 14 corrente, l'Avanti! dichiara (faccio un'osservazione obbiettiva) che in Francia, in Germania, in Inghilterra, si sono fatte condizioni di favore circa le tesi dei 21 punti, meglio, circa quella tesi che contiene i 21 punti, in confronto della neroniana severità che si vuole usare ingiustamente contro il nostro Partito.
Cominciamo dalla Francia. L'Avanti ! pubblica [...]

[...] pubblicata.
E l'Avanti! comincia col dire che, per esempio, il Partito socialista francese non ha rinnegato nulla del proprio passato socialpatriotta.
Ora, amici, siamo tutti per la sincerità, e, poiché viviamo anche dell'amara realtà politica, non si può pretendere che i peccatori confessino i loro peccati ad alta voce. E mentre confesso che non ho sim
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patia per i socialisti francesi, neppure per quelli che hanno domandato di entrare nella Terza Internazionale, devo far constatare il fatto che la mozione CachinFrossard comincia con una dichiarazione, in cui naturalmente essi non sconfessano il loro passato, ma esplicitamente è detto, da tutta quella parte dei socialisti francesi, che la guerra ha avuto questi risultati che coloro che l'hanno seguita sono stati ingannati dalla Seconda Internazionale, che oggi, ecc. ecc., quindi non c'è la condanna di se stessi, perché questo non è mai possibile volerlo dagli uomini, specialmente dagli uomini politici, ma c'è esplicita la condanna dell'atteggiamento della Seconda Internazionale, e quin[...]

[...], perché questo non è mai possibile volerlo dagli uomini, specialmente dagli uomini politici, ma c'è esplicita la condanna dell'atteggiamento della Seconda Internazionale, e quindi, indirettamente, di se stessi, nel problema della guerra.
Ma veniamo alle votazioni del Congresso. Nel Congresso ci sono state due votazioni: una votazione sopra due mozioni. C'era la mozione Loriot, Voisin, Cachin, Frossard, e molti altri, che proponeva l'adesione alla Terza Internazionale, con una serie di lunghissimi considerandi, e c'era la mozione Longuet, la quale aderiva anche essa, ma con un cumulo enorme di riserve, di ambagi, di sottigliezze. Si va ai voti. La mozione Loriot, Voisin e compagni riporta 3.208 voti, piú altri 43 o 44 che vanno considerati come integranti; la mozione Longuet riportò soltanto 1.022 voti.
Ora, io dico: compagni, leggetela, la mozione; a suo tempo, nelle polemiche che verranno la leggerò io, e vedrete che la mozione, se a me, personalmente, non piace, nella sua lettera è estremista.
Voci: E nello spirito?...
GRAZIADEI: Io pa[...]

[...]i francesi in cui c'erano queste parole a proposito di Longuet non guerrafondaio: <c Col coltello alla gola, bisogna esigere una risposta da Longuet e dai suoi partigiani, e secondo questa risposta, secondo che essi accetteranno in buona fede e per principio le tesi e le condizioni della Internazionale comunista e consentiranno ad applicarle realmente in
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fatto e subito, solo allora si potrà parlare della loro definitiva ammissione o meno nella Terza Internazionale ».
Dice Serrati: Ma c'erano le concessioni, perché Rénaudel era stato ad Halle ed era tornato a casa con delle concessioni.
Anche questo non corrisponde al vero, in alcun modo. Perché Rénaudel non è tornato a casa con delle concessioni, ma con un'interpretazione di 3 dei 21 punti, che non sono concessioni, ma che sono spiegazioni, che sono completamente nella linea e nello spirito dei 21 punti, perché in sostanza il concetto era questo: « Il 70 punto corne si interpretava? ». Ed allora Zinowieff ha detto: « Non lo interpretiamo contro le persone, intendiamo dire le opinioni, [...]

[...]rsone che dichiarano di accettarne i principi, non si può chiudere loro la porta ». (Commenti animatissimi).
Le cosiddette concessioni non erano che interpretazioni precise nella lettera e nello spirito delle condizioni 7, 20 e 21, dove si dice che i centristi, non quelli italiani, ma come li s'intendono nel resto dell'Europa, potranno essere minoranze anche in determinate cariche. Lo dice la tesi 20, e quanto alla tesi 21 dice che chi resta nella Terza Internazionale deve accettarne per principio, cioè per convinzione, le tesi e le condizioni, e chi le accetta, entro certi limiti, indipendentemente dal suo passato, avrà diritto di entrare.
Dunque, non concessioni, ma interpretazioni giuste, esatte, precise di quei punti.
Ma veniamo alla seconda votazione del Congresso di Tours. Zinowieff e il Comitato esecutivo mandano un telegramma — cosí come li mandano a tutti i Congressi: non c'è differenza di trattamento — pubblicato nell'Humanité del 29 dicembre 1920 e letto al Congresso, in cui é detto: « Noi abbiamo visto un progetto di risoluzion[...]

[...]inti che la Francia creerà un vero e proprio
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Partito comunista mettendo fuori di combattimento Longuet, ecc., ecc.». Come vedete, in materia di concessioni non c'è male
E sopra questo telegramma si fa una seconda votazione. In che modo? Il compagno Mistral propone, guardate che questo è caratteristico, che al telegramma di Zinowieff si debba rispondere con questa mozione: « Il Congresso, in presenza del telegramma del Comitato esecutivo della Terza Internazionale, dichiara che si rifiuta di procedere alle esclusioni domandate, e proclama la sua volontà di mantenere la unità attuale del Partito ».
Contro la mozione Mistral venne presentato da Rénaudel un'altra mozione, velante, nella forza correttissima e leale, un certo senso di rimpianto verso le amicizie di ieri, e sotto questo aspetto dico che è stata nobile, ma che finisce poi testualmente cosí: «...I1 Congresso, avendo preso conoscenza delle dichiarazioni del commissario Zinowieff nel suo telegramma, ecc., dichiara che la mozione di adesione accettata dal Comitato francese della T[...]

[...]to ».
Contro la mozione Mistral venne presentato da Rénaudel un'altra mozione, velante, nella forza correttissima e leale, un certo senso di rimpianto verso le amicizie di ieri, e sotto questo aspetto dico che è stata nobile, ma che finisce poi testualmente cosí: «...I1 Congresso, avendo preso conoscenza delle dichiarazioni del commissario Zinowieff nel suo telegramma, ecc., dichiara che la mozione di adesione accettata dal Comitato francese della Terza Internazionale non impone esclusioni per il passato (appunto perché non si fa la guerra alle persone) ma si intende che d'ora innanzi non si potrà restare nel Partito e nella Terza Internazionale che accettando per principio, cioè per convinzio ne, le decisioni del presente Congresso e del Congresso della Terza Internazionale, ecc. ecc.».
Dunque, vedete, da una parte la proposta di mantenere intatta l'unità del Partito, dall'altra la proposta che tutti coloro che non accettano per convinzione, sinceramente, lealmente le tesi ed i 21 punti non possono restare nel Partito.
Votazione. La mozione Mistral ottiene 1.958 voti, la mozione Rénaudel 2.347 voti.
Non basta. Sapete che cosa ha risposto il Comitato della Terza Internazionale al Congresso di Tours che metteva in condizione di estranei tutta la corrente da Rénaudel a Longuet, condannabile dal punto di vista comunista, ma composta certo di uomini di altissimo valore parlamentare e culturale? La Terza Internazionale ha dato questa risposta: « I lavoratori del mondo intiero hanno provato la piú grande soddisfazione udendo che i loro fratelli francesi si sono sbarazzati (ed ecco secondo me un'affermazione, nella forma, esagerata) dei borghesi e si sono messi all'opera per creare (mica ancora è creato) un Partita comunista veramente proletario. L'uscita di Rénaudel e di Longuet dalla sala del Congresso prova il loro completo passaggio nel campo della borghesia, ecc. ecc.». E finisce: « Il Comitato vi prega di mandargli
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un vostro rappresentante per regolare definitivamente le questioni pe[...]

[...]a forma, esagerata) dei borghesi e si sono messi all'opera per creare (mica ancora è creato) un Partita comunista veramente proletario. L'uscita di Rénaudel e di Longuet dalla sala del Congresso prova il loro completo passaggio nel campo della borghesia, ecc. ecc.». E finisce: « Il Comitato vi prega di mandargli
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un vostro rappresentante per regolare definitivamente le questioni pendenti, la questione della vostra adesione ».
Perché? Perché la Terza Internazionale non si è ancora fidata —e fa bene — vuol vedere ancora piú chiaro, e tra le altre cose non vuole che il nome non sia cambiato, come invece vorrebbero i socialisti francesi.
Spero che il Comitato esecutivo della Terza Internazionale, avvisato anche dai compagni italiani che resteranno nella Terza Internazionale, porrà a quel diplomatico anche la questione della Massoneria. (Applausi).
Ma sotto il velo della passione le informazioni dell'Avanti! sono cosí strane, che, a proposito della Francia debbo leggerne, con rincrescimento, anche un'altra.
L'Avanti! del 1° gennaio 1920 riproduceva un articolo del Comunista nel quale è detto che in Francia la maggioranza dei deputati socialisti era passata in blocco all'Internazionale comunista.
Nemmeno a farlo apposta è vero il contrario. La grande maggioranza dei deputati socialisti francesi ha votato contra la mozione Loriot e contro quella R[...]

[...]Tutti sappiamo del grande dibattito di dottrina e di esperienza rivoluzionaria che c'è stato tra Zinowieff e Martoff, e il duello grandioso tra loro due non riguarda tanto la questione, del resto importantissima, della Germania, ma riguarda principalmente i grandi problemi della dottrina e della pratica marxista.
Si dice poi che ci sono delle speciali concessioni per l'Inghilterra, e si dice che è una speciale concessione quella per cui Lenin e la Terza
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Internazionale hanno consigliato i comunisti inglesi ad entrare nel « Labour Party ».
Non voglio discutere la questione del « Labour Party », perché l'ora è tarda, ma non si tratta di concessioni nel senso inteso dall'Avanti! ma di una tesi internazionale che riguarda non già la composizione del Partito comunista inglese, ma l'ambiente nel quale deve anche recarsi a lavorare quel Partito comunista, una volta che si sia composto, anche là, come vogliono che sia composto da per tutto.
Dunque i problemi sono diversi...
BORDIGA: È una tesi del Congresso non una decisione dell'Esecutivo.
[...]

[...]zionale che riguarda non già la composizione del Partito comunista inglese, ma l'ambiente nel quale deve anche recarsi a lavorare quel Partito comunista, una volta che si sia composto, anche là, come vogliono che sia composto da per tutto.
Dunque i problemi sono diversi...
BORDIGA: È una tesi del Congresso non una decisione dell'Esecutivo.
GRAZIADEI: È una tesi, non è una concessione relativa alla composizione dei Partiti comunisti aderenti alla Terza Internazionale; ma è tutt'un altro problema se i comunisti veri, senza altre scuole nel proprio seno, possono recarsi a lavorare in quella federazione politica della classe operaia che è appunto il singolare Partito federativo del lavoro in Inghilterra.
Il problema è discutibile, ma è tutt'altra cosa che una concessione, nel senso inteso dall'Avanti!
E per concludere su questa grave questione della Terza Internazionale, è ben chiaro che intorno alla Terza Internazionale, alla quale aderimmo con tanta fede e con tanta convinzione, si è creata un'atmosfera di diffidenza e di sospetti, che non è degna della nostra tradizione, e che noi dobbiamo onestamente cancellare per sempre (Applausi).
La Terza Internazionale potrà sbagliare, e lo diranno apertamente quei compagni che apertamente dissentono da essa; ma tutto quello che si è detto intorno a questo o a quel dettaglio, a questa o a quella ingiustizia, a questa o quella concessione ecc. ecc. non corrisponde alla verità. La verità è che la Terza Internazionale ha posto a noi un dilemma tragico di dolore — specialmente per noi che non siamo giovani e che abbiamo vissuto e lottato per tanti anni con tanti compagni, ai quali non rinnegheremo mai, neppure domani, la passata amicizia — ci ha posto un dilemma, a noi come a tutto il mondo, e non è essa che ci impedisce di entrare, siamo noi che trascinati capziosamente in una concezione sbagliata da notizie errate, pretendiamo dalla Terza Internazionale quello che essa non ci poteva dare, non ci può dare, in nome della serietà della disciplina del movimento internazionale. (Applausi da parte dei comunisti).
Ma c'è l'altro problema: il problema interno. Abbiamo dimostrato che sul terreno internazionale, che è quello che piú dovrebbe premere ai socialisti, noi ci metteremmo, se seguissimo la via tracciata da alcuni
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compagni, ci metteremmo necessariamente contra la Terza Internazionale, cioè ci creeremmo secessionisti di fronte al , movimento interna zionale.
Per me è il massimo peccato, per degli internazionalisti.
Non ci pub essere indisciplina nazionale, ma soprattutto non ci pub e non ci deve essere una indisciplina internazionale, se non vogliamo creare gli stessi mali dei quali fu vittima la Seconda Internazionale, e, peggio ancora, il proletariato del mondo. (Benissimo ! da parte dei comunisti).
Si dice: ma, sul terreno nazionale, chi ama l'unità del Partito non è secessionista, chi non ama l'unità del Partito è secessionista.
Bisogna intenderci. N[...]

[...]cause essenziali è quella che vi ho detto, ed è una causa che va studiata all'infuori dell'accrescimento apparente del numero dei deputati e delle Amministrazioni comunali, perché l'accrescimento in sé, è un fatto puramente aritmetico. Quando un Partito per due anni scherza in una situazione rivoluzionaria con la parola rivoluzione, quel Partito si dimostra impotente ai compiti della rivoluzione ! (Applausi vivissimi da parte dei comunisti). Ora la Terza Internazionale è la nemica piú acerba del verbalismo rivoluzionario ! (Applausi da parte dei comunisti).
Perché, amici, si compie nel Partita il piú grande degli errori dicendo: Conserviamo questa grande forza di numero, conserviamo questa grande forza di aderenti sul terreno sindacale, politico ed amministrativo, e cosí arriveremo piú presto alla conquista del potere.
O amici, io mi rendo conto delle difficoltà dell'organizzazione dei Partiti politici, io mi rendo conto delle conseguenze che determinate decisioni non potranno non avere sopra determinati organismi. Lascio ad altri piú compe[...]

[...], con dignità, e cosí noi serviremo, meglio che col culto dell'unità formale, gli interessi supremi del proletariato e della rivoluzione.
I compagni comunisti unitari hanno elevato il culto all'unità del Partito, ma questa unità oggi, pur troppo, non è piú che un cadavere, ed i Partiti che si galvanizzano nel culto dei cadaveri corrono il pericola di essere per sempre ammorbati e resi impotenti.
Consideriamo la realtà vera. Poiché l'adesione alla Terza Internazionale richiede una determinata linea di condotta, e poiché una parte dei compagni, e seconda me hanno ragione, non vogliono staccarsi dalla Seconda Internazionale, è evidente che l'unità del Partito non c'è piú, e perché allora il vostro nobile sforzo, il vostro fervore di polemica, talvolta troppo aspra, per salvare ciò che non c'è piú?
I compagni comunisti unitari, mentre credono di salvare ciò che piú non esiste, non è vero che creano l'unità del Partito. Contribuiscono alla sua divisione, ma nel modo piú illogico, il piú irrazionale, il piú contrario alla verità (applausi da par[...]

[...]endente tedesco, perché gli italiani, a parole, sono sempre piú a sinistra di tutti... (Ilarità. Applausi ironici. Commenti animatissimi).
No, amici, al di sopra della buona volontà o delle illusioni perso
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nali, la storia si impone a tutti, e questo Partito nuovo, che in nome della unità avrà spezzato l'unità, che in nome della forma avrà ucciso la sostanza, che in nome della lettera avrà ucciso lo spirito, questo Partito messo domani tra la Terza Internazionale comunista da una parte e la destra dall'altra, questo Partito messo tra queste due correnti contrarie, necessariamente si sfalderà e a poco a poco la sinistra di questo Partito, attraverso un'inutile perdita di tempo, facendo perdere anche alla rivoluzione delle ore preziose, finirà con lo stringersi alla frazione comunista.
Ora se questo processo è nella storia, è nella esperienza di tutti i paesi, questo processo compitelo fino da adesso !
Io dico alla parte piú comunista, piú sinceramente comunista della frazione del centro, della frazione dei comunisti unitari, poiché que[...]

[...] vero quello che dico io, che il Partito, nei momenti piú gravi, in cui le differenze di idee e di pensiero erano profonde, non ha applicata la formula.
E mai la differenza è piú profonda di oggi; la differenza tra noi e gli anarchici e i sindacalisti è molto meno grande di quelle che sono le differenze, oggi, tra coloro che tacitamente od esplicitamente hanno simpatia per una Seconda e mezza Internazionale, e coloro che hanno simpatia solo per la Terza Internazionale; le differenze nel problema della democrazia e della conquista del potere, nella concezione del movimento sindacale sono tali che danno luogo veramente all'impossibilità di applicare la formula.
D'altra parte, gli unitari a questa formula non hanno rinunziato. Ho letto la mozione di Firenze, ed in essa non ho trovato affermato tassativamente che il programma del Partito comunista si è che le tesi e le condizioni vanno accettate per convinzioni e vanno applicate subito; questo non l'ho trovato, l'ho chiesto a molti compagni, ho cercat9 nei limiti modesti delle mie forze di pers[...]

[...]punto dissentiamo dai nostri compagni e dissentiremo perché crediamo che il nostro dissenso possa essere utile. Vi dirò quando é che cesserà. Prima della fine del Congresso sarà cessato. (Commenti da parte dei socialisti).
Noi dissentiamo in una sola cosa dalla formula con la quale voi volete riorganizzare il Partito. Io mi rendo conto delle formalità, dirò cosí, giuridiche e disciplinari, mi rendo conto che il nostro Partito era già aderente alla Terza Internazionale, ed il Convegno di Reggio può essere accusato di indisciplina, ma al di sopra delle piccole, e non grandi questioni di forma e di disciplina, c'é una grande questione, una questione, oserei dire, di tatto politico che é nell'interesse del Partito, secondo noi, e della massa operaia.
Voi, con la vostra formula che avete fatto? Voi dite: « Sono esclusi tutti coloro che sono stati a Reggio Emilia ». E voi dite nella seconda parte: « Sono esclusi tutti coloro che non dichiarano, ecc., ecc. ».
Ora dico: la prima parte della vostra formula, si spiega. Avrà magari, non lo nego, eser[...]

[...]rato la situazione e l'ha in un certo senso precipitata piú verso sinistra, ma effettivamente in sostanza questa formula ha urtato il sentimento uni
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tario di tanti nostri buoni compagni, e quindi sembra che nominare tassativamente un gruppo di compagni sia quasi dare una schiaffo personale che rompe sanguinosamente tutta un'era di amicizie e di ricordi.
D'altra parte non è necessario dare un'impronta personalistica, o che paia tale, perché la Terza Internazionale non la vuole e non la desidera, e l'interpretazione vera del punto 7° è che tutti coloro che accettano per convinzione le tesi e le condizioni, e vogliono applicarle subito, hanno pieno diritto di cittadinanza nel Partita. Perché dobbiamo chiudere un mese e mezzo prima le porte di ingresso?
Le porte siano aperte fino all'ultimo, la parola ultima sia pronunziata all'ultimo momento, e lasciamo ai piú vecchi la speranza che le perdite siano ridotte al minimo strettamente necessario. (Applausi).
E d'altronde, perché conservare quella prima parte, che si è prestata alla reazione s[...]

[...]co — almeno credo di poterlo dire, per quanto non abbia ancora avuto una intesa completa con i miei pochi amici — che, secondo noi, la vera formula di riorganizzazione del Partito, dovrebbe essere tale che dicesse, senza entrare nel passato, perché questo non è necessario assolutamente di fare, che, da ora innanzi, prima che il Congresso si chiuda, tutti coloro i quali non dichiareranno di accettare per libero consenso le tesi e le condizioni della Terza Internazionale e non si impegneranno di applicarle subito, finito il Congresso, costoro, con nostro dolore, si renderanno incompatibili con la loro permanenza nel Partito e nella Terza Internazionale. (Applausi da parte dei comunisti).
È una formula la quale può permettere a molti compagni di superare il sentimento che ci angoscia tutti e di meglio affrettare la dolorosa realtà della storia.
Ho finito. Io chiudo dicendo: compagni, noi abbiamo uno scopo solo: che se la divisione deve avvenire, è inevitabile avvenga a destra
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anziché a sinistra, avvenga separando i piú lontani, anziché i piú vicini, ma se malgrado la nostra buona volontà e l'onestà dei nostri fini ciò non dovesse avvenire, noi, disciplinati perché liberi, liberi perché disciplinati, di fronte alla Terza[...]

[...]ngoscia tutti e di meglio affrettare la dolorosa realtà della storia.
Ho finito. Io chiudo dicendo: compagni, noi abbiamo uno scopo solo: che se la divisione deve avvenire, è inevitabile avvenga a destra
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anziché a sinistra, avvenga separando i piú lontani, anziché i piú vicini, ma se malgrado la nostra buona volontà e l'onestà dei nostri fini ciò non dovesse avvenire, noi, disciplinati perché liberi, liberi perché disciplinati, di fronte alla Terza Internazionale, voteremo per la Terza Internazionale, voteremo per la frazione comunista. (Applausi da parte dei comunisti).
Viva la Terza Internazionale. Viva la Repubblica dei Soviety (Applausi vivissimi).
(La seduta termina alle ore 20)
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da Baratono (relatore per la mozione unitaria) con presentazione di Argentina Altobelli (presidente), e Giovanni Bacci, Discorso di Baratono in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] assordanti da parte della minoranza comunista).
Vi avverto, compagni, che io intendo assolutamente di parlare e starò qui fino a questa sera, magari, ma intendo di esporre tutto il mio pensiero. (Benissimo).
Per il vocabolario e perché non si equivochi, stabiliamo dunque subito, senza che nessuno tumulti, che io chiamerò « comunista » la frazione che cosí si vuol denominare, chiamerò « unitaria » la nostra frazione e chiamerò « concentrista » la terza frazione.
Voci: Riformista ! (Rumori vivissimi).
BARATONO: È questione di nomi, é questione di parole, e le parole hanno il significato che si attribuisce loro ! (Rumori vivissimi e prolungati).
Voci: Ma che fa la Presidenza? Fateli stare zitti !
BACCI: La Presidenza che cosa volete che faccia? Se volete che faccia qualche cosa per tenere a freno il Congresso datele i poteri necessari, se no come si fa? Non raccogliete le interruzioni e lasciate che l'oratore risponda lui, se vuole, agli interruttori.
BARATONO: Sono io che, come dicevo, intendo rivolgere alcune domande molto chiare, molt[...]

[...]videndo fecondasse, fosse la necessaria imposizione di un organo superiore al quale tutti ci dobbiamo subordinare, e quindi la reazione di molti compagni fosse semplicemente il vecchio ordine di idee che si ribelli al nuovo, l'antica mentalità che non vuol cedere al fermento del nuovo pensiero; e mi domandavo, anche, se non fosse l'avvenimento che era sotto i nostri occhi questa mattina null'altro che un episodio di quella meravigliosa lotta che la Terza Internazionale va combattendo in tutto il mondo, lotta la quale non ha importanza soltanto nell'interno dei nostri Partiti, ma anche nella compagine di tutte le nazioni moderne.
Perché è la Russia che fa la politica internazionale, non soltanto dall'armistizio in poi, ma da prima dell'armistizio; è la Russia che ha condotto la guerra al suo logico fine: è la Russia che ha provocato la disfatta delle armi nella guerra, la disfatta di tutte le armi; è la Russia che ha provocato poi, davanti al pappagalleggiamento di Wilson, lo smascheramento di Versailles, dell'Intesa, e che ancora oggi seguit[...]

[...]he ha provocato la disfatta delle armi nella guerra, la disfatta di tutte le armi; è la Russia che ha provocato poi, davanti al pappagalleggiamento di Wilson, lo smascheramento di Versailles, dell'Intesa, e che ancora oggi seguita a fare la piú grande politica internazionale.
E mi domandavo se questo fatto che qui nell'interno del Partito socialista italiano avviene non fosse che un semplice episodio di questa grandiosa, meravigliosa lotta che la Terza Internazionale sostiene per preparare il domani a tutti i paesi; mi domandavo se non fosse altro che il medesimo di ciò che è avvenuto, per giustissima imposizione russa, nelle altre nazioni vicine a noi.
Ma quando — compagni, è tutta qui la questione — quando, per bocca del compagno Kabaktceff, la Russia . ci dice che noi, tendenza unitaria, maggioranza del Partito, siamo degli opportunisti, che soltanto per accarezzare le masse fingiamo di essere favorevoli alla Terza Internazionale; quando la Russia ci dice che noi ci accontenteremo di espellere dal nostro Partito due, tre, cinque riformi[...]

[...]stiene per preparare il domani a tutti i paesi; mi domandavo se non fosse altro che il medesimo di ciò che è avvenuto, per giustissima imposizione russa, nelle altre nazioni vicine a noi.
Ma quando — compagni, è tutta qui la questione — quando, per bocca del compagno Kabaktceff, la Russia . ci dice che noi, tendenza unitaria, maggioranza del Partito, siamo degli opportunisti, che soltanto per accarezzare le masse fingiamo di essere favorevoli alla Terza Internazionale; quando la Russia ci dice che noi ci accontenteremo di espellere dal nostro Partito due, tre, cinque riformisti per mantenere il
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riformismo dentro il nostro Partito, allora io mi rivolgo ai compagni comunisti e dico loro: compagni, credete veramente voi questo?
Molte voci dai palchi e dai banchi dei comunisti: Sí, sí ! (Rumori violentissimi. Interruzioni vivacissime, scambio di apostrofi. Tumulto prolungato).
ALTOBELLI, presidente: Io debbo altamente protestare contro questa intolleranza. Se si continua cosí non si potrà andare avanti. Voi non fate che provocare dei tum[...]

[...]uzionari, coloro che preparano la rivoluzione di domani? (Interruzioni. Rumori. Commenti).
La divisione è sorta solamente negli ultimi tempi della vita del nostro Partito, senza che prima nessuno si fosse accorto che c'era questa divisione nelle nostre file !
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Non parlo della distinzione fra gli elementi di destra ed i cornunisti, parlo della divisione tra i comunisti.
È sorta quando ci è venuto in Direzione il primo messaggio del C.E. della Terza Internazionale; è sorta solo allora, quando noi ci siamo divisi nella Direzione in maggioranza e minoranza; e poi si è propagata nel Partito socialista e nelle Sezioni.
La diversità del nostro criterio nell'apprezzamento di quel messaggio era una diversità di particolari, ed ancora oggi è diversità di particolari; non era una diversità tale da fondarsi sopra una divisione in due Partiti.
La Terza Internazionale, avendo tenuto un Congresso, il Secondo Congresso di Mosca, avendo in questo Congresso deliberato su alcune tesi, cioè su alcuni punti programmatici del nostro Partito, tesi che riguardano la vita di tutte le sezioni, che hanno quindi un valore internazionale, ed avendo da queste tesi estratto un regolamento, ossia una serie di applicazioni, o condizioni (i 21 punti), impone a tutte le Sezioni nazionali dell'Internazionale di aderire a questo regolamento.
Ieri il compagno Graziadei vi ha fatto largamente l'esposizione della questione. Al compagno Graziadei, uomo di studio, uom[...]

[...]ostra tendenza, perché ti pensi tu in disaccordo da noi? Perché tu ci consideri come tuoi avversari? Giacché tu soprattutto intendesti dimostrare a questa assemblea che ci fosse un divario tra coloro che sono con te, e che soli riconosci come comunisti, e noi in questo momenta trattati quasi da socialdemocratici e da traditori.
Noi abbiamo molto chiaramente espresso il nostro pensiero: i 21 punti di Mosca hanno certamente valore internazionale. La Terza Internazionale si è trovata di fronte alla stessa situazione in tutto il mondo: la Seconda Internazionale aveva tradito perché nei Partiti socialisti dei vari paesi c'erano degli elementi socialpatrioti, c'erano degli elementi socialdemocratici che avevano fatto deviare le Sezioni del Partito. Era un postulato essenziale, una necessità assoluta per la rivolu
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zione russa di pretendere che in tutti i paesi, finalmente, il Partito socialista prendesse la via di sinistra, prendesse la via della rivoluzione, prendesse la via di Mosca, la via della dittatura del proletariato.
In ciò Zi[...]

[...]o, nella quale Zinowieff dice questo: « trattasi per l'Internazionale di Mosca, non dell'applicazione di due o di dieci o di venti punti, trattasi unicamente di decidere se da ora in poi i Partiti socialisti debbano andare verso la rivoluzione e il comunismo, ovvero debbano ancora perdersi per i vicoletti della piccola borghesia stagnante nella società borghese presente ».
Comprendiamo quindi tutta la necessità che aveva il Secondo Congresso della Terza Internazionale di fissare le tesi e di stabilire i 21 punti, e riconoscemmo anzi nei 21 punti fin troppa larghezza, perché per il Partito socialista italiano è troppa larghezza ammettere, anche limitandolo all'arbitrio della Commissione esecutiva della Terza Internazionale, che qualche centrista possa prendere parte alla Direzione stessa del movimento socialista.
Voci: E i riformisti?
BARATONO: Applicazione dei 21 punti di Mosca. Noi siamo perfettamente d'accordo con l'Internazionale di Mosca, la quale domanda a tutti i paesi che la scissione dai riformisti si faccia su queste basi: se fino ad allora era stato concesso, in un modo o in un altro, ai riformisti ed ai centristi di restare nel Partito, da allora in poi, ossia a quattro mesi di distanza dalla promulgazione dei 21 punti, era detto questo: si ponesse a questi signori dell'ala destra l[...]

[...]ostra di essere all'avanguardia degli altri paesi (esclusa la Russia) nella posizione che ha il socialismo di fronte ai problemi rivoluzionari. Non importa niente, anzi non siamo tenuti dalla stessa storia del nostro passato ad un maggior rigore; ed oggi qui noi, ripeto, anche col coltello alla gola, metteremo ai compagni dell'ala destra la doman
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da se accettano o non accettano da ora in poi i 21 punti di Mosca, ossia i principi sanciti dalla Terza Internazionale. (Commenti animati).
E con questo noi siamo perfettamente in regola di fronte alla Terza Internazionale, di fronte ai doveri della disciplina internazionale.
La questione non può quindi fondarsi su questo punto, e non vorrei che risorgesse nei vostri oratori, con l'insinuazione che noi non ci vogliamo subordinare ai 21 punti di Mosca. Noi lo abbiamo sempre detto e riconfermato anche ultimamente: lo ripetiamo anche ben chiaramente nella nostra mozione. Noi accettiamo i 21 punti, chiediamo di applicarli in Italia come la Terza Internazionale ha domandato che vengano applicati in tutto il resto del mondo.
Non è qui la controversia, non è qui la ragione del dissenso, della discordia, della divisione, della formazione di nuovi Partiti, frantumando il Partito socialista esistente. Ci dev'essere una causa piú profonda o piú generale, che non riguarda affatto la disciplina della Terza Internazionale. Si tratta quindi di cercarla, o compagni che avete interrotto dicendo che la causa della nostra diversità di vedute sta nella Terza Internazionale. Si tratta di cercare — e Graziadei mi darà ragione — se ciò che ci divide è una questione di ragione nazionale o è una questione di ragione internazionale.
Perché nel secondo caso chi decide è Mosca, giustamente, legittimamente; ma nel primo caso chi deve decidere siamo noi.
Naturalmente il problema si è complicato per il fatto che nella polemica sono entrati dei compagni che appartengono alla Terza Internazionale, che alla polemica hanno preso parte uomini come Lenin, come Zinowieff, e che dalla loro bocca ci vengono le critiche stesse che per primi ci mossero dei compagni d'Italia, critiche che in gran parte noi avevamo accettato perché riguardanti l'orientamento e la tattica interna del nostro Partito.
Tutte queste critiche, come io osservavo nella mia relazione, in generale vengono fondate sopra una ragione di interpretazione storica, di interpretazione di fatti. Riandando alla vita del nostro Partito, da Bo_ogna ad oggi, si dice che essa presenti delle gravi avarie: che il Partito [...]

[...]o con tutta tranquillità che non appena il movimento sarà scoppiato in Italia, immediatamente ci verrà l'aiuto della Francia, della Inghilterra, della Russia stessa. (Commenti. Rumori vivissimi).
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MISIANO: Non dice cosí, gesuita ! (Rumori vivissimi e prolungati. Scambio di apostrofi).
ALTOBELLI, presidente: Noi torniamo ad invitarvi a non interrompere.
BARATONO: Dice proprio cosí. È la penultima lettera firmata <c II Comitato esecutivo della Terza Internazionale », pubblicata anzi prima sull'Avanti ! di Torino, 1'11 dicembre, e poi su quello di Milano, dove c'era un periodo molto chiaro che parlava perfino, compagni, di invio di grano, aiuti da parte della Russia. Ed in quella lettera si diceva che immediatamente ci sarebbe venuto il sostegno dei Partiti socialisti delle nazioni consorelle.
È una piccola questione: in fondo noi siamo d'accordo, cioè non ci facciamo illusioni, ma il non farsi illusioni implica naturalmente, non il fatto che si esiti o che si voglia andare indietro, ma il fatto che non si voglia quello che potrebbe mal [...]

[...]se a voi, compagni dell'Internazionale, pei bisogni dell'Internazionale, sembrasse un giorno necessario anche il sacrificio del Partita d'Italia, noi saremo pronti a farlo: ma almeno questo vi domandiamo: di poterne discutere con voi, di poterci sentire uniti con voi, non di ricevere ordini ma di avere con voi una collaborazione continua, di avere un contatto continuo fra la Direzione del Partito socialista italiano e la Commissione esecutiva della Terza Internazionale. (Bene!). Vi domandiamo un contatto piú stretto, una intimità piú amichevole, una collaborazione piú chiara e piú libera; e questo è stato chiamato essere avversari, essere nemici della Rivoluzione russa.
Ci hanno imputati per questo di voler contrastare a Mosca, noi che proprio desideriamo di andare all'unisono con Mosca !
Vedete che si continua a rivangare sul fatto della presa di possesso delle fabbriche; che da quel giorno in poi è diventato il punto sul quale piú ci combattono i comunisti d'Italia e quindi anche i compagni dell'Internazionale di Mosca. Sarebbe stato allo[...]

[...] valutazione, non tanto della storia del nostro Partito, quanto degli ideali del nostro Partito. Può darsi che noi a Bologna ci siamo ubriacati dicendo tutti le stesse parole — Internazionale, comunismo, rivoluzione — ma non ci siamo compresi. Può darsi che qui stia la differenza, e che sia necessaria una chiarificazione sui fini rivoluzionari, sul contenuto rivoluzionario della nostra azione.
In tal caso facciamo anche questa chiarificazione.
La Terza Internazionale ci indica esplicitamente come metodo rivoluzionario, la necessità di adoperare due grandi leve che debbono ri
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muovere il macignó borghese: « la dittatura del proletariato, e l'uso della violenza ». Ebbene, può darsi che qui sia il dissenso, perché se qui non ci fosse, non ci sarebbe alcun dissenso.
Può darsi, ed è il fatto, che alcuni interpretino la dittatura del proletariato e l'uso della violenza in modo diverso dalla maggioranza della tendenza unitaria. Questa interpretazione sarebbe quella, lo spiego subito, che intende obbligare l'Italia, il giorno della rivoluzion[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]titi. Lenin incarna la negazione di tutto questo: « non è la classe operaia — osserva Bordiga — che servirà per la rivoluzione dei borghesi: ma è la rivoluzione che sarà fatta in Russia dalla classe operaia, e per se stessa »14. In tale prospettiva la guida dell'Ottobre « non rimane il simbolo della accidentalità pratica dell'opportu
12 Cfr. il Contributo del Presidium del Komintern al progetto di programma del PCD'I (marzo 1922), in A. AGOSTI, La Terza Internazionale. Storia documentaria, prefazione di E. Ragionieri, vol. I. 19191923, 2, Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 5601.
13 Cfr. « La Lutte de Classe », Paris, n. 4, 1928, pp. 98107; e n. 5, pp. 131139.
14 A. BORDIGA, Lenin nel cammino della rivoluzione, Napoli, Edizioni Prometeo, 1924; ora col titolo: Lenin, presentazione di Alfonso Leonetti, Roma, Partisan, 1970, p. 28 (in appendice l'art. di A. GRAMSCI, « Capo »).
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nismo, ma quello della ferrea unità della forza e della storia della rivoluzione ».
Pur apprezzando il valore della lotta teoretica che verso il 1[...]



da relazione di Costantino Lazzari sotto presidenza Azimonti, Discorso Lazzari in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]vire a creare quella grande società in cui l'interesse del popolo italiano debba avere la possibilità di essere riconosciuto per liquidare la posizione venuta dopo la guerra.
Ma il compagno Graziadei concludeva il suo discorso in questo senso. Egli trovava che, perdurando nella sua composizione attuale, colla sua formazione delle varie frazioni, il Partito socialista era condannato alla impotenza rivoluzionaria. Quindi era naturale e logico che la Terza Internazionale domandasse al Partito socialista italiano di modificare la sua composizione in modo da rispondere maggiormente alle esigenze rivoluzionarie che erano espresse dalle deliberazioni del Congresso della Terza Internazionale. La constatazione di questa impotenza rivoluzionaria del Partito socialista italiano portava il compagno Graziadei a domandare che per rimediare a questa condizione si dovesse allontanare la frazione riformista dal nostro Partito.
La frazione riformista 1 Io vorrei domandare a quattr'occhi al compagno Graziadei se egli crede proprio che quando noi avremo allontanato quei nostri compagni che si sono riuniti pochi mesi fa a Reggio Emilia ed hanno concluso la loro riunione con una deliberazione collettiva, se quando noi avremo allontanati questi compagni, il nostro Partito avrà a[...]

[...]che adesso questa massima non è piú utile, che noi ci troviamo di fronte ad esigenze speciali... Ah 1 no, compagno Graziadei. Quando tu riconosci la bontà e la forza di questa massima del passato e vieni a negarla nel presente, tu stesso sei vittima di
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un opportunismo che noi crediamo non debba essere ammesso nel sistema col quale noi affrontiamo le nostre diverse situazioni. Opportunismo politico che è stato colpito dalle deliberazioni della Terza Internazionale che ha pure vincoli e legami con questo opportunismo locale col quale si crede di sistemare in modo utile al nostro movimento. gli interni rapporti fra militanti dello stesso Partito. Io mi rifiuto di adottare questo sistema di opportunismo morale. Se c'è una massima la quale rappresenti, realmente, nella grande conquista della libertà di pensiero, la possibilità di tutta la coscienza e di tutta l'anima di coloro che sono raccolti in base al programma comune e debba citare continuamente il tesoro della propria competenza attraverso il nostro movimento, è appunto questa libertà [...]

[...]l quale si è trovato in circostanze favorevoli di compiere prima degli altri la propria rivoluzione proletaria non è giusto. Noi siamo qui a battere le mani e a dare tutta la solidarietà, e non soltanto solidarietà apparente, ma efficace, al movimento dei nostri compagni russi, ma siamo qui anche a rivendicare la dignità del nostro movimento, la necessità della sua libertà ed a prendere le nostre deliberazioni. (Applausi). E la nostra adesione alla Terza Internazionale non sia deliberazione di pigmei, non sia deliberazione di deboli, ma di uomini di spirito libero che hanno coscienza della situazione nella quale ci troviamo e vogliono portare alla Terza Internazionale una forza compatta e cosciente e non una debolezza. (Applausi).
Il compagno Graziadei diceva che noi, per i meriti che abbiamo nel passato, intendiamo ottenere delle eccezioni dai compagni della Terza Internazionale. No, noi non crediamo di avere meriti speciali:. noi crediamo, semplicemente — ed io che sono stato uno degli artefici responsabili dell'andamento del Partito durante la guerra — di avere sempre fatto il nostro dovere, tutto quel dovere che potevamo fare di fronte al dilemma della compagine socialista nazionale ed internazionale. Tutto quello che dovevamo, che potevamo fare, abbiamo cercato di farlo e quindi domandiamo ai nostri compagni di Russia non un riconoscimento dei nostri meriti, ma la valutazione chiara della situazione nella quale noi ci troviamo. Ecco perché noi non [...]

[...]tutto quel dovere che potevamo fare di fronte al dilemma della compagine socialista nazionale ed internazionale. Tutto quello che dovevamo, che potevamo fare, abbiamo cercato di farlo e quindi domandiamo ai nostri compagni di Russia non un riconoscimento dei nostri meriti, ma la valutazione chiara della situazione nella quale noi ci troviamo. Ecco perché noi non domandiamo eccezioni, ma facciamo semplicemente appello alle stesse deliberazioni della Terza Internazionale, un appello certamente molto modesto, ma onesto, per cui nella mia mozione è appunto espresso chiaramente come la nostra adesione alla Terza Internazionale abbia una sua caratteristica
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speciale. Noi abbiamo data quella adesione prima di tutti gli altri Partiti in Europa e prima ancora di quelli che hanno risposto al messaggio del marzo 1918, perché la nostra adesione alla Terza Internazionale data dalla prima riunione di Zimmerwald, la quale è stata fatta e combinata appunto per gli sforzi dei nostri compagni proletari d'Italia, che a mezzo del compagno Morgari, nostro ambasciatore internazionale, hanno gettato le prime basi di quella che è stata poi la Terza Internazionale. (Applausi).
Dunque, cari compagni, noi siamo qui a sostenere questo diritto, semplice ed onesto, che siano tenute in considerazione le caratteristiche speciali del nostro movimento, non per farci dei meriti e non per domandare eccezioni. Però noi comprendiamo — guarda, compagno Graziadei, come noi siamo diretti nel nostro criterio, nel nostro giudizio, da questo alto sentimento di solidarietà e di fraternità coi compagni della Terza Internazionale — noi comprendiamo perché i compagni della Terza Internazionale manifestano delle preferenze e delle indulgenze per i compagni della Francia, dell'Inghilterra e della Germania i quali hanno compiuto meno di noi, anzi non hanno compiuto affatto, il loro dovere nazionale ed internazionale (bravo !) durante la guerra. Noi comprendiamo. E c'è qui scritto, nelle «Tesi e Statuto dell'Internazionale comunista », quel luminoso documento che è il « manifesto », ove si legge, nella prima parte, il primo documento portato. Troverete ivi espresso, in modo indiretto, questo concetto che io esprimo. Nell'orribile conflitto degli interessi capitalistici d[...]

[...]talismo italiano, allo scoppio della guerra non era ancora arrivato ad una sufficiente potenza onde potere essere considerato nei destini della civiltà moderna borghese come una forza reale ed effettiva; quindi nella determinazione dei rapporti internazionali fra gli Stati, l'Italia, come ha contato poco prima della guerra, come ha contato poco durante la guerra, conta ancora meno dopo la guerra e dopo la vittoria. È per questo che i compagni della Terza Internazionale, nel loro bisogno di servire giustamente, legittimamente, la rivoluzione di Russia, come il faro, il centro del fuoco, della fiamma inestinguibile della rivoluzione mondiale, hanno bisogno che in questo paese, che non ha un grande valore sul bilancio dell'equilibrio internazionale e mondiale della borghesia, si desti e si sviluppi quella fiamma rivoluzionaria proletaria che purtroppo è stata una entità trascurabile in mano dei Par
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titi socialisti della Francia, dell'Inghilterra e della Germania, Partiti so cialisti che avevano tradizioni e passato maggiori del nostro, mez[...]

[...]l nostro Partito perché il nostro Partito possa essere all'altezza dei tempi, all'altezza del movimento e degli avvenimenti che si preparano e possa affrettare questi avvenimenti con la sua forza compatta ed omogenea, sempre piú omogenea. Voi sapete che da quando si è creato il Partito, tanto lavoro si è fatto per spogliarlo delle sue scorie, dei suoi pericoli, dei suoi danni. Noi dobbiamo dire ai nostri compagni di Russia, ai nostri compagni della Terza Internazionale, i quali sono venuti a questa tribuna a dirci tante belle cose, a darci tanti bei consigli, ad esprimerci tante belle considerazioni, che debbono tener conto della situazione in cui si trova il Partita socialista d'Italia e debbono riconoscere quello che noi abbiamo fatto per la nostra vita ed anche a favore dei Partiti di tutto il mondo.
Vi ricordate nel 1912 quando il nostro Partito ha liquidato i socialpatrioti e i socialdemocratici che esistevano nel nostro Partito? I Bono mi, i Cabrini, i Podrecca, i Bissolati sono stati espulsi dal nostro Partito appunto perché erano la [...]

[...]rrebbe ad indebolire noi nella lotta che dobbiamo fare non tanto contro i padroni del nostro paese, ma contro gli incoscienti, gli ignoranti e gli indifferenti dai quali siamo circondati.
Ecco, cari compagni, perché vi chiamo a considerare gravemente,. seriamente, ed anche tristemente, la situazione nella quale ci troviamo, di fronte alla necessità di decidere che abbiamo, perché la Direzione del Partito ci ha portati a decidere su questa base. La Terza Internazionale, la quale è stata male informata, in piena buona fede, ma imperfettamente, ed i nostri compagni di Russia ci consigliano continuamente, ci spingono a fare sí che questa scissione avvenga per la necessità del loro movimento e fanno appello agli organi loro speciali in Italia, coi quali si vede hanno rapporti diretti e che sono considerati come il loro Vangelo.
L'Ordine Nuovo di Torino. Sí, noi abbiamo visto con molta simpatia, anche per i muri delle città, i manifesti di questo giornale, significanti il mondo legato con le catene ed il proletariato che spezza queste catene che [...]

[...]so tutto questo ragionamento, io vengo a dire che è necessario che noi affrontiamo nelle sue fondamenta teoriche questa situazione che si è venuta a determinare fra di noi, con questa distinzione che viene fatta fra il Partito socialista, (che attraverso i suoi uomini ormai da 40 anni ha scritto la sua storia nel nostra paese e che può dire di essere una forza, di contare per qualche cosa, di avere dato prima di tutti gli altri la sua adesione alla Terza Internazionale), ed il Partito comunista. Mi ricordo quando avevo ottenuto dalla Direzione del Partito l'adesione alla Terza Internazionale, il primo messaggio venuto, attraverso vicende romantiche, da Mosca. Allora vi sono stati compagni che hanno fatto critiche severe a questo atto a me ed alla Direzione di allora. Il compagno Graziadei non ha mosso un dito per difendere le ragioni per le quali abbiamo dichiarato l'adesione nostra alla Terza Internazionale. (Approvazioni).
Noi abbiamo avuto sempre gelosa cura di volere che la dittatura sia la dittatura fatta dai proletari contro la borghesia, non la dittatura fatta dalle varie frazioni del Partito in seno al Partita. (Approvazioni). Ora la caratteristica calla quale oggi questa frazione, che si intitola « comunista », vuole portare la scissione fra noi, nella credenza, nella illusione di creare con questo una forza maggiore, una omogeneità maggiore nel nostro movimento, deve essere considerata molto seriamente. Contra questo nostro appellativo, questo nostro titolo di « socialis[...]

[...] quale dobbiamo andare giustamente fieri ed orgogliosi, sia una teoria sbagliata.
Il compagno Bombacci, commentando un discorso di questo genere che facevo all'Unione socialista romana, disse che questi sono successi della legalità, ma che dobbiamo tenere conto della illegalità. Questi comunisti che oggi qui, per bocca del compagno bulgaro, sono venuti a vantare le caratteristiche della loro qualità di interpreti veri, di veri rappresentanti della Terza Internazionale, che sono venuti a consigliarci la scissione e la liquidazione dei riformisti — riformisti che noi abbiamo liquidato sino dal 1912 — non hanno ancora liquidato dal loro Partito i massoni! (Approvazioni). Questo comunista bulgaro, sapete come è venuto a presentarci il successo del Partito socialista di Bulgaria? Non è venuto a presentarci un successo di lotta violenta, ma un successo elettorale. Noi siamo qui a congratularci per i vostri successi, ma abbiamo bisogno che voi vi congratuliate dei nostri. Fino a che dura nel mondo e nelle varie nazioni, che sono una creazione artif[...]

[...]monio che è stato sempre voluto da noi, che non vogliamo lasciarci defraudare ma che vogliamo sia con noi. (Applausi). Anche essi colla loro forza e col loro sacrificio, col sentimento della solidarietà e della fraternità devono essere con noi che ci sentiamo uguali ad essi in capacità, in devozione alla nostra causa. (Applausi).
Io ho assistito tre volte al cambiamento di nome del nostro Partito. L'articolo 17 delle condizioni per l'adesione alla Terza Internazionale dice chiaramente che, se vogliamo servire la causa della rivoluzione mondiale, dobbiamo spogliarci della giacchetta portata fino adesso e diventare Partito comunista, cambiare di connotati, cambiare di passaporto e diventare comunisti. Noi non avevamo diflïcoltà a cambiare di nome. Io che vi parlo ho assistito tre volte al cambiamento di nome, ma allora vi erano delle circostanze che ci hanno obbligato a farlo. Perché noi nello svolgimento della nostra azione avevamo la coscienza di non aver mancato di rispetto e di devozione alle premesse che avevamo fatte ed alle chiare indic[...]

[...]delle fabbriche !
LAZZARI: Appunto: il controllo delle fabbriche. I compagni dell'Ordine Nuovo nelle continue critiche fatte alle deficenze del nostro Partito — che riconosciamo anche noi, ma che non si accomodano con la scissione presentata — hanno accennato anche a questo. Ma avete voi visto un recente fenomeno comunista? Avete sentito come il Partito comunista boemo si sia staccato dall'Internazionale? Esso oggi ha dichiarato di staccarsi dalla Terza Internazionale: come si vede il rimedio è trapassato in un altro campo. I nostri compagni vanno rilevando come, dopo Caporetto, il discorso di Filippo Turati fu nocivo alla politica socialista. I compagni dell'Ordine Nuovo avrebbero fatto bene a
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ricordare come dopo la rotta di Asiago il compagno Turati ha investito Salandra ed ha schiacciato il Governo italiano. (Approvazioni).
Voce: Rifare l'Italia ! (Tumulto).
LAZZARI: Cosí tutto va a risolversi in uno spirito di egemonia in questi uomini che hanno la superbia di credersi la parte piú avanzata, piú cosciente, che sentono quindi la v[...]

[...]idere le responsabilità e purtroppo molte cose abbiamo visto. Vi sono state diverse fasi attra verso le quali è passato anche l'anarchismo. Esso però è rimasto come una forza filosofica dell'avvenire, non pratica; un sistema che non ha forza per liberáre dalla catena della schiavitú moderna. Per questo noi diciamo: Pensate a quello che fate.
Voce: Non siamo anarchici noi ! (Rumori).
LAZZARI: Questa scissione viene consigliata nell'interesse della Terza Internazionale. E veniamo a decidere su questa scissione. Il compagno Graziadei vi ha richiamati alla lettura delle pagine di questo libretto; ebbene, io vi ricordo, come ho ricordato in varie discussioni cui ho preso parte nelle diverse Sezioni, come l'alta coscienza dei nostri compagni di Russia abbia loro consigliato a definire chiaramente quale è la linea di condotta che si doveva tenere per servire realmente la Terza Internazionale e per servirla nei diversi paesi di Europa e del mondo. L'alta coscienza loro ha suggerito l'art. 16, la condizione sedicesima. Io non so se avete letto e meditato. A me è capitato leggerla e commentarla nelle riunioni preparatorie, e piú la rileggo, piú mi convinco, tanto piú legandola alle diverse frasi del manifesto, che essa rappresenta lo scrupolo dal quale si sentivano presi i compagni russi sulla possibilità per la Terza Internazionale di potere esercitare le sue funzioni e formulare le sue condizioni senza creare dei danni intorno a sé nei diversi paesi che vogliono aderirvi. L'art. 16 dice cosí:
« Nella questione come si debbano comportare nei posti responsabili dei Partiti suddetti e similari i comunisti, che ora ne formano la minoranza, il secondo Congresso della Internazionale comunista ha stabilito che, in vista dell'attuale sviluppo e dello spirito rivoluzionaria delle masse, l'uscita dei comunisti da quei Partiti non è desiderabile fino a tanto che essi hanno la possibilità di lavorare entro quei Par[...]

[...]senso del riconoscimento della dittatura del proletariato e del potere dei Soviet, come pure nel senso della critica agli opportunisti e centristi rimasti ancora in quei Partiti. Ogni qual volta l'ala sinistra di un Partito centrista si è fatta abbastanza forte e lo sviluppo del movimento comunista lo richiede, quell'ala sinistra pub uscire complessivamente dal Partito e formare un Partito comunista.
« Nello stesso tempo il secondo Congresso della Terza Internazionale si dichiara favorevole all'unione dei gruppi e delle organizzazioni
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comuniste o simpatizzanti con i comunisti al Labour Party, sebbene questo appartenga alla Seconda Internazionale. Infatti, fino a che questo Partito lascerà alle organizzazioni, che ne fanno parte, l'attuale libertà di critica e libertà di propaganda, agitazione e organizzazione per la dittatura del proletariato e il potere dei Soviet, fina a che questo Partito conserverà il suo carattere di Unione di tutte le organizzazioni sindacali della classe operaia, i comunisti debbono assolutamente fare tutti i pa[...]

[...]nfluenza sulle grandi masse lavoratrici, smascherare, da una tribuna piú alta o visibile alle masse, tutti i loro capi opportunisti, sollecitare il trapasso del potere politico dai rappresentanti diretti della borghesia ai ' luogotenenti operai della classe capitalistica ', per guarire, insomma, le masse, al piú presto possibile, dalle loro ultime illusioni in questi riguardi ».
Ora è possibile la deliberazione che è stata presa dal Comitato della Terza Internazionale? È possibile nella sua applicazione anche in Italia? Si, tutto é possibile. Per noi non c'é niente di impossibile. Ma è utile per il movimento italiano o dannoso? Messo sulla bilancia il risultato a cui darebbe luogo l'adottare questa forma di scissione che è indicata dagli articoli 7 e 17, noi vecchi militanti del Partito e vecchi amanti del Partita, non esitiamo a dichiarare che sarebbe dannoso. Ora il giorno che avremo messo i nostri compagni russi e la Terza Internazionale a conoscenza che applicando interamente gli articoli 7 e 17 da essi stabiliti si farebbe il danno del[...]

[...]ile nella sua applicazione anche in Italia? Si, tutto é possibile. Per noi non c'é niente di impossibile. Ma è utile per il movimento italiano o dannoso? Messo sulla bilancia il risultato a cui darebbe luogo l'adottare questa forma di scissione che è indicata dagli articoli 7 e 17, noi vecchi militanti del Partito e vecchi amanti del Partita, non esitiamo a dichiarare che sarebbe dannoso. Ora il giorno che avremo messo i nostri compagni russi e la Terza Internazionale a conoscenza che applicando interamente gli articoli 7 e 17 da essi stabiliti si farebbe il danno del nostro movimento, non esito a credere che i nostri compagni diranno: Noi abbiamo bisogno di non fare il danno a nessun Partito organizzato, a nessun Partita rispettabile come il vostro che è realmente un Partito piú rispettabile di tutti gli altri.
Tutte le tirate fatte dai nostri avversari in questa discussione, sia nelle dichiarazioni della Terza Internazionale contro i socialpatriotti, contro i socialpacifisti, sono giuste, sono esatte, ma in Italia questi non esistono piú [...]

[...]nale a conoscenza che applicando interamente gli articoli 7 e 17 da essi stabiliti si farebbe il danno del nostro movimento, non esito a credere che i nostri compagni diranno: Noi abbiamo bisogno di non fare il danno a nessun Partito organizzato, a nessun Partita rispettabile come il vostro che è realmente un Partito piú rispettabile di tutti gli altri.
Tutte le tirate fatte dai nostri avversari in questa discussione, sia nelle dichiarazioni della Terza Internazionale contro i socialpatriotti, contro i socialpacifisti, sono giuste, sono esatte, ma in Italia questi non esistono piú e dalle file del Partito socialista sono stati liquidati. Esiste sí, tuttora, questa frazione di concentrazione che ogni tanto dà segno della sua attività, ma finora noi abbiamo visto come questa frazione non abbia una vera influenza efficace sulla nostra politica, sulla nostra orientazione. Essa va facendo continuamente delle riserve platoniche. Ma perché vogliamo impedire questo, perché vogliamo sempre considerare che proprio soltanto noi abbiamo il monopolio e l[...]

[...]che, quanti di quelli che sono qui ricordano le aspre lotte che abbiamo sostenuto in seno alle organizzazioni economiche, in mezzo alle masse per vedere di creare una potenza di classe ! Ebbene, la ripercussione della nostra scissione avrebbe conseguenze fatali nella situazione nella quale si trova la compagine dei proletari.
Per tutto questo voi vedete che, quando si consideri a fondo quale sarebbe la conseguenza della scissione consigliata dalla Terza Internazionale, dobbiamo fare un grande esame di coscienza. Adesso quella che ci viene proposta possiamo chiamarla una specie di revisione delle nostre basi statutarie e programmatiche, anche piú grave di quella fatta l'anno scorso a Bologna. Ebbene, io vi dico: Sí, è giusto, è legittimo che gli uomini che sono raccolti sotto una bandiera, che hanno fatto un esame della loro situazione debbano venire alla necessità della loro revisione. I revisionisti di Germania del tempo passato erano i revisionisti del riformismo di allora e si sono poi impadroniti del potere ed il sapiente degli eruditi, [...]

[...]tri compagni di Russia. E una bellissima cosa. Noi italiani siamo di un'altra natura. Facciamo pochi trattati, pochi manuali e facciamo molte opere. (Commenti, approvazioni).
E da poveri, da semplici, da modesti uomini e proletari che siamo, abbiamo creato in Italia un movimento col quale le classi dominanti devono fare i conti oggi e dovranno capitolare domani. Ieri è venuto qui il rappresentante della Bulgaria a ricordarci le deliberazioni della Terza Internazionale anche sulla questione agraria. Vi siete mai accorti, leggendo i diversi manuali mandati da Mosca e da Pietrogrado come sono belli, pedagogici i consigli per diventare perfetti affiliati della Terza Internazionale? Belli, magnifici, ma non per i nostri contadini ed operai. Il nostro avvocato non fa un discorso da scienziato e da letterato, ma impone all'assemblea della borghesia italiana di ascoltarlo. (Applausi). È venuto a parlarci di questa questione agraria ma senza pensare che noi siamo in una condizione invidiabile di fronte ai nostri compagni stranieri della Francia, dell'Inghilterra, della Germania. Il nostro movimento non è tutto circoscritto nell'operaio industriale, nella popolazione di città, poiché per noi la campagna non è la nebulosa inesplicata e temuta. Noi in Italia abb[...]

[...]te informazioni che hanno avuto del nostro movimento. Se volete tenere presente tutto il quadro storico del nostro movimento, credo che la maggioranza di voi dirà: « Noi siamo qui a decidere fra la unità e la scissione; quale è il maggior bene che noi possiamo fare al nostro movimento?)». Allora non esito a dichiarare che l'unico bene, inapprezzabile, indistruttibile che noi abbiamo a nostra disposizione, è l'unità colla quale possiamo portare alla Terza Internazionale una forza reale, effettiva e devota. Con una scissione si porterebbe una debolezza ed una frazione. Ora noi abbiamo il nostro precedente. Il Partito socialista italiano, sia per mezzo della sua Direzione, nel 1919, sia al Congresso di Bologna dell'anno scorso, ha confermato continuamente la sua entusiastica solidarietà colla Terza Internazionale e la sua adesione alla causa della rivoluzione mondiale. Noi manterremo questa nostra decisione, la confermeremo, anche se venisse la scissione fra noi. Coloro però che a nome di un comunismo che in Italia non è che artificiale per dividere le nostre forze, resterebbero aderenti alla Terza Internazionale potranno vantarsi di avere seguito ciecamente le norme che sono state prescritte per l'organizzazione della Terza Internazionale..
Voce da un palchetto: Piú quelle che le vostre ! (Rumori).
LAZZARI: Noi non mancheremo di mantenere continuamente, con la consapevolezza della nostra situazione e del nostro dovere, la nostra adesione alla Terza Internazionale, anche se non vi siamo ricevuti. Verrà il giorno in cui quella porta della Terza Internazionale, che ora pare si possa aprire facilmente agli anarchici ed ai sindacalisti, si aprirà trionfalmente anche a noi del Partito socialista italiano, e noi potremo entrarvi a fronte alta a portarvi il nostro entusiastico lavoro. (Ap plausi entusiastici della grande maggioranza del Congresso. I comunisti restano assenti dalla manifestazione pure senza ostacolarla. L'applauso dura qualche minuto e si rinnova. Qualcuno grida « Viva il Comunismo ! ». Il grido è seguito e contrapposto con quello di « Viva il Socialismo ! ». Indi tutto il Congresso intona l'Internazionale).
La seduta è t[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Terza, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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